Mafia, dal turismo alle giunte politiche: in Puglia è allarme criminalità

Dalle classiche estorsioni alle più sofisticate infiltrazioni imprenditoriali: non s'arresta il dilagare della criminalità nel Tacco dello Stivale

di Fabiana Agnello
Cronache

In Puglia crescono organizzazioni criminali e malavita: il report della commissione parlamentare antimafia 

Duecento pagine di analisi socio-criminale mafiosa dedicate a un’unica regione, la Puglia: la commissione parlamentare antimafia della diciottesima legislatura ha pubblicato l’ultimo rapporto che tratta della diffusione delle varie forme di criminalità organizzata nel Tacco dello Stivale.

A Brindisi l’ultimo omicidio che ha stroncato la vita del 31enne Luca D’Errico, ammazzato con un colpo alla nuca nella notte del 14 febbraio e che ha tutto il sapore di una esecuzione mafiosa, testimonia la violenza delle nuove leve.

Proposta dal senatore Marco Pellegrini del Movimento 5 stelle, l’inchiesta offre un quadro generale dagli anni Ottanta, con la “mafizzazione” della criminalità pugliese e la nascita della Sacra Corona Unita per mano di Pino Rogoli, fino alla presenza delle consorterie criminali nella città di Bari e provincia, nel foggiano e nel Salento, osservando come lo sviluppo economico-sociale della regione Puglia subisca forti condizionamenti dalla presenza di gruppi criminali radicatisi a macchia di leopardo sull'intero territorio.

“Gruppi che hanno nel tempo compiuto un salto di qualità, proiettandosi da una dimensione familiare e rurale verso una prevalentemente imprenditoriale” si legge nel rapporto della commissione antimafia. “È confermato l'uso della forza intimidatrice, l'influenza dannosa del fattore omertoso, l'elemento della presenza di famiglie che si tramandano conoscenze e competenze criminali, attraverso la sostituzione delle vecchie leve, costrette in stato di detenzione o i cui componenti risultano essere stati colpiti a morte in agguati, con quelle nuove. I legami di sangue determinano solidità dei vincoli tra i componenti delle organizzazioni criminali con conseguente riduzione della penetrabilità attraverso le azioni di contrasto.

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Viene quindi dimostrata la flessibilità degli assetti organizzativi e, purtroppo, la diffusa volontà di proseguire attraverso l'uso a volte incontrollato della violenza, le attività illecite, le infiltrazioni in settori legali (e le interdittive antimafia ne sono la comprova), nelle pubbliche amministrazioni e negli organismi rappresentativi (come attestano gli scioglimenti dei consigli comunali).”

Lampanti esempi ne sono gli scioglimenti per infiltrazione mafiosa dei comuni nel foggiano: nel 2015 la città di Sant’Angelo, nel 2018 il comune di Mattinata, nel 2019 sciolti quelli di Cerignola e Manfredonia, fino al 2021, sciolto per mafia il capoluogo, Foggia. E ancora, nell’agosto del 2021 lo scioglimento dell’amministrazione di Squinzano nel Leccese, quella di Carovigno a marzo e Ostuni a dicembre nel Brindisino, nel 2022 Trinitapoli nella Bat e Neviano nel Salento. La Puglia è maglia nera per lo scioglimento per mafia.

“Preoccupanti, come emerso nella relazione della Dia, sono i collegamenti individuati tra consorterie baresi, mafia foggiana e Sacra Corona Unita che, pur nella loro propria autonomia, colgono le opportunità di agire in direzione del soddisfacimento di interessi comuni. Ciò produrrebbe anche effetti sul piano simbolico, derivanti da una ipotesi di rafforzamento unitario, seppur parziale e poco strutturato, delle compagini criminali su base territoriale più ampia.”

Commercio, edilizia, agricoltura e turismo: i settori in Puglia interessati dalla presenza mafiosa

“Per quanto riguarda i settori interessati dalla presenza mafiosa richiamati nelle Relazioni citate, si ricordano il commercio, l'edilizia, l'agricoltura e il settore turistico (qui soprattutto per quanto riguarda in generale le strutture e le attività ricettive nonché i servizi di sicurezza e parcheggio).”

Come, per non citarle tutte, il caso dei Piromalli una delle più grandi famiglie di ‘Ndrangheta che aveva deciso di investire in un resort e in altre attività economiche sulla costa di brindisina fin dentro la riserva di Torre Guaceto, attraverso un colletto bianco che avrebbe consentito l’ingresso nel business balneare brindisino. La Puglia è un territorio vicino alla Calabria e, a oggi, non si escludono ulteriori tentativi di infiltrazione ‘ndranghetista nelle aree commerciali pugliesi.

D’altronde, la Sacra Corona Unita è nata in carcere col beneplacito della ‘ndrina del capobastone Umberto Bellocco cui Pino Rogoli, il piastrellista di Mesagne, era affiliato e proprio da questi la Scu ha anche ereditato la scala gerarchica dei sodali.

E, a proposito del commercio, la figlia di Totò Riina stabilitasi in un comune del brindisino aveva iniziato a commerciare le cialde di caffè col nome del padre, “Zù Totò”, lanciando una moda accolta da un pizzaiolo brindisino di dedicare e chiamare una pizza “Zù Totò Riina”.

“Quando le mafie si rafforzano sul versante imprenditoriale nel proprio territorio lo fanno anche sul versante sociale, soprattutto in termini di scambi di natura particolaristica (così per i posti di lavoro), ma con forti ricadute in termini di macrosistema socio-economico (ad esempio per i danni che producono in termini di alterazione della libera concorrenza, o per il mancato rispetto della normativa posta a garanzia dei diritti dei lavoratori e a tutela dell'ambiente).

I rapporti con le mafie straniere per i traffici di droga: la violenza delle nuove leve

“Vengono altresì registrati i rapporti con le mafie straniere (ad esempio quelle albanesi) per i traffici internazionali di droga, gli effetti della tradizionale attività estorsiva (che può assumere forme anche difficilmente accertabili in chiave di qualificazione giuridica, laddove sia l'imprenditore, in qualche modo, a ‘cercare protezione’ o ad anticipare le minacce e/o le richieste estorsive), l'usura mafiosa, il gioco d'azzardo e il fenomeno del caporalato che incide gravemente sul piano dei diritti dell'uomo.

“A fronte di una moltitudine di ragioni giustificative di un allarme sociale, economico, istituzionale e politico appare indispensabile considerare la centralità dell'elemento della violenza non solo 'mafiosa' ma sovente strettamente riconducibile a tale 'cultura criminale', così quella giovanile e delle potenziali 'nuove leve' che i dati di polizia hanno purtroppo confermato e destano particolare preoccupazione.”

La mancanza della fiducia nelle istituzioni è un'emergenza nazionale

“In alcune città della regione la presenza mafiosa opera un condizionamento della normale vita quotidiana della popolazione, che va dalla mancata fruizione di servizi essenziali, come a manutenzione del manto stradale, alla colonizzazione illegale di spazi pubblici, alla qualità dei trasporti pubblici.

Questi aspetti, che contribuiscono a un deterioramento della qualità della vita nonché della fiducia nelle istituzioni, mettono in rilievo l'esigenza diffusa di una presenza visibile delle istituzioni sul territorio. Dal settore primario, cruciale in alcuni territori (ad esempio nel foggiano) a quello della sanità e dell'edilizia, gli imprenditori testimoniano le diverse modalità con cui i gruppi mafiosi impongono la pressione estorsiva.

“È opinione della Commissione, dunque, che dal dialogo con le diverse voci del territorio si possano rilevare le esigenze da porre all'attenzione del parlamento e delle istituzioni tutte, così da agire ai fini di un contrasto costante ai meccanismi di condizionamento e collusione che operano nei territori interessati.”

Dal metodo mafioso classico della violenza ad alternativa al ruolo dello Stato: estorsione e usura

“In particolare, è storicamente risultato preminente nel rapporto con l'economia del territorio il ricorso agli strumenti dell'estorsione e dell'usura con il fine di piegare le imprese agli interessi dei gruppi criminali locali. Seguendo una tendenza riscontrata anche per altre associazioni mafiose, anche i gruppi criminali operanti in Puglia stanno modificando le proprie modalità operative.

Da una parte accantonando i metodi mafiosi 'classici' incentrati sull'utilizzo della violenza, delle armi, e dell'intimidazione, dall'altra, anche parallelamente ed in via preferenziale, stanno utilizzando una metodologia operativa che si ponga, silenziosamente, sia come un'alternativa ai servizi e al ruolo dello Stato sia infiltrandosi, senza destare allarme sociale e nelle forze di polizia, nell'economia legale.

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“Emerge una differenza di modalità di azione delle mafie all'interno del territorio: nel circondario di Foggia, i gruppi criminali sono maggiormente dediti alle estorsioni; nel Gargano e nella zona di Lecce e Brindisi i gruppi sono interessati prevalentemente al traffico di droga proveniente dall'Europa dell'est; a Cerignola, invece, si registrano assalti ai portavalori e rapine alle banche.”

È questo il quadro avvilente che esce fuori da una delle analisi più tecniche in riferimento alle criminalità organizzate pugliesi. Una regione in cui sono in corso da anni investimenti milionari e ne sono previsti ulteriori di investitori internazionali nel settore del turismo, delle energie rinnovabili, dell’edilizia e del commercio. Il pericolo di infiltrazione mafiosa, ora, è più attuale che mai ed enti, amministrazioni e istituzioni devono mantenere alta l’attenzione lottando contro l’omertà.

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