Marche, lampioni accesi di giorno: ecco i veri sprechi, non i condizionatori

A San Benedetto del Tronto lampioni accesi sul lungomare alle 16.30: prima di rinunciare ai condizionatori per la pace Draghi tagli i veri sprechi

di Antonio Amorosi
San Benedetto del Tronto
Cronache
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Energia e pace/ A San Benedetto del Tronto lampioni accesi di giorno: tagliamo i veri sprechi prima di rinunciare ai condizionatori 


“Cosa preferiamo la pace o il condizionatore acceso tutta l’estate?”. Parole del premier Mario Draghi. Beh, qualcuno preferisce i lampioni accesi anche di giorno. Accade a San Benedetto del Tronto, bella cittadina marchigiana sul mare e in provincia di Ascoli Piceno. Sono le 16.30 di un giorno assolato di aprile del 2022, il 19. Il sole è intenso e permette di stare al caldo in spiaggia, però a sorpresa vediamo tutti i lampioni sul lungomare accesi. Lo saprà Draghi?

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L’illuminazione pubblica costeggia sia gli chalet che la strada parallela e i parchi antistanti il lungomare. Tutti i lampioni sono illuminati e non ce ne sarebbe bisogno visto che il sole quasi picchia. “E’ così da giorni, tutti vedono e nessuno fa niente”, dice una signora sulla mezza età che in coppia con un coetaneo ci sussurra la frase mentre ci vede intenti a riprendere col cellulare. La maggioranza dei passanti invece sfila indifferente sul lungomare. Solo un signore dà un occhio ai lampioni e ci fa un ghigno di disgusto. 
Potrebbe esserci una rottura di un qualche sensore o di un relé (le luci si accendono in automatico con il buio) e il Comune dovrebbe intervenire immediatamente. Ci chiediamo: l’ente pubblico non avrebbe il dovere di una maggiore vigilanza, proprio in questo frangente drammatico per i costi dell’energia che attanagliano l’Europa? 


Alle imprese, di ogni ordine e grado, non basta la retorica strampalata del premier Draghi né la gestione degli amministratori locali. Possono spegnere i condizionatori ma continueranno ad avere un incremento insostenibile dei costi dell’energia nelle produzioni e dovranno chiudere e licenziare, lasciando sul lastrico migliaia di famiglie. La guerra ha solo accentuato l’aumento dei costi del gas che dipende da altri fattori.

Quando c'è la luce naturale accendere quelle artificiali è uno spreco, lo sanno anche i bambini, e in questo caso è uno spreco anche di soldi pubblici. I contribuenti pagano con le proprie tasse lo sperpero inutile di lampioni accesi quando c’è il sole battente e oggi più che mai questo fa male, visto che le famiglie italiane si ritrovano, oltre che ad essere salassate per l’energia che consumano, anche a coprire con le tasse quanto sta accadendo in cittadine come questa. 

Tra la mattina e il pomeriggio di oggi proviamo a contattare il sindaco di San Benedetto del Tronto, Antonio Spazzafumo, da poco eletto, nell’ottobre del 2021. Lo facciamo più volte (4 telefonate al suo cellulare personale e altrettanti messaggi in cui chiedo di parlargli urgentemente). Non risponde. Dopo un po' che insistiamo ci scrive un sms dicendo di trovarsi fuori città per lavoro e chiede quale è il tema dell’approfondimento. Alla risposta che è una questione riguardante il suo Comune e alla richiesta di una telefonata da fargli della durata di 2 minuti reali, non risponde più. Lo richiamiamo. Niente. Gli avremmo chiesto se era a conoscenza della situazione, che cosa sta accadendo a San Benedetto. Restiamo a disposizione nel caso il sindaco Spazzafumo voglia parlare. Ma il fatto ci sembra oltremodo grave o a San Benedetto sono all’oscuro di tutto?

La situazione è talmente brutta che il governo Draghi avrebbe previsto un piano di emergenza con l’uso ridotto dell’energia con tre livelli di crisi: pre-allarme, allarme ed emergenza. Il pre-allarme è scattato con la guerra in Ucraina. Solo in caso di emergenza scatterebbero misure straordinarie come temperature imposte ai cittadini, uso ridotto per orari di riscaldamento, stop all’illuminazione pubblica. Scenario che Palazzo Chigi esclude sul breve periodo, sostenendo non esserci avvisaglie di questa natura.

Ma il governo si prepara. Uno dei passaggi fondamentali è l’eventuale stop alle forniture di gas russo all’Italia. Qualsiasi misura alternativa non sarebbe sufficiente ad una autonomia energetica del Paese e si potrebbe andare verso uno stop parziale dell’energia con il rischio di limitare i consumi, far crollare alcune imprese e i consumi generali. Palazzo Chigi si starebbe intanto preparando alla riduzione dell’illuminazione di monumenti, edifici e luoghi pubblici, ma se la situazione è quella del Comune di San Benedetto del Tronto...

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