Monza, avvelena la moglie per farla abortire: 55enne condannato a 6 anni di reclusione
La gravidanza per l'uomo era "un problema da risolvere"
Monza, un mobiliere 55enne ha avvelenato la compagna per portarla ad abortire
Il tribunale di Monza ha condannto a 6 anni di reclusione un mobiliere di 55 anni accusato di aver avvelenato la moglie incinta con l'obiettivo di farle perdere il bambino, come poi è avvenuto. Per provocare l'aborto avrebbe aggiunto un farmaco alla tisana e a un bicchiere di acqua di cocco offerti alla donna 45enne.
La vittima, come riporta today.it, avrebbe raccontato che l'avvelenamento sarebbe avvenuto durante una crisi di coppia. L'uomo è vedovo e con figli grandi e vedeva la gravidanza, secondo quanto affermano i giudici, come "un problema da risolvere". "Quando gli dissi che ero rimasta incinta, - ha raccontato la 45enne - la sua reazione fu rabbiosa, nonostante quello che diceva di desiderare per il nostro futuro. Io non sapevo che fare, ma alla fine decisi di tenere il bambino, con o senza di lui".
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Dopo aver assunto la tisana avvelenata la 45enne ha accusato un forte malore ed è stata trasportata in ospedale. Qualche ora dopo la donna al settimo mese di gravidanza ha scoperto di aver perso il bambino. A quel punto ha deciso di denunciare il compagno.
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Dalle indagini è emerso che nei mesi precedenti l'uomo aveva cercato su Internet informazioni su un farmaco abortivo e sulle conseguenze della sua assunzione, oltre che sul risarcimento del danno per un bambino non riconosciuto. Nonostante ciò non sono state trovate prove che il mobiliere fosse effettivamente in possesso del farmaco né che l'abbia acquistato. L'uomo, che durante il processo non solo ha negato tutto ma anzi ha dichiarato che la gravidanza della compagna era per lui "un sogno". è stato comunque dichiarato colpevole e i giudici hanno disposto una provvisionale di 20mila euro. L'eventuale risarcimento dovrà invece essere deciso in sede civile.