Omicidio Genova, il portuale confessa: “Ero geloso, lei lo vedeva per le dosi"

Droga e gelosia costituirebbero il movente alla base dell'assassinio di Manuel Di Palo, ex militante di CasaPound

Di Redazione Cronache
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Genova, il portuale no vax Giribaldi confessa: “Ho ucciso Manuel di Palo perchè lei lo vedeva per le dosi"

Ci sarebbe stata una lite per motivi di droga, collegata a sua volta alla gelosia per una donna di 53 anni, alla base dell'omicidio di Manuel Di Palo, 37enne ex dirigente della sezione ligure del movimento neofascista CasaPound, morto ieri, 26 aprile, nel quartiere del Carmine a Genova. A colpirlo con un colpo di pistola Filippo Giribaldi, un "camallo", ovvero un portuale della Compagnia Unica Lavoratori Merci Varie del capoluogo ligure (Culmv), 42 anni ed anima del movimento no vax.

"Ero geloso, frequentavo una donna e da qualche settimana Di Palo aveva iniziato a vederla" avrebbe detto Giribaldi alla sostituta procuratrice Eugenia Menichetti, come riporta Il Secolo XIX, aggiungendo: "Lei lo vedeva in cambio della droga". Il delitto si sarebbe consumato al culmine di una furiosa lite; dopo aver sparato a Di Palo, Giribaldi è corso nella monumentale basilica della Santissima Annunziata del Vastato: "Ho sparato a un uomo, ho sparato a un uomo, chiamate la polizia", ha confessato poi al custode. 

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Giribaldi avrebbe accusato la vittima di vendere la droga o comunque portarla alla donna di 53 anni al centro della contesa tra i due, e di essere anche il suo amante. Le differenze politiche fra l'assassino e la sua vittima, inizialmente, non erano state ancora identificate come parte del movente, ma le indagini della squadra mobile stanno continuando anche su questo fronte.

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