Omicidio Pecorelli, riparte l'inchiesta. Faro dei pm sul ruolo di Fioravanti
Condannato nel '95 per la bomba alla stazione, l’ex capo dei Nar fu già indagato e prosciolto
Omicidio Pecorelli, riparte l'inchiesta con nuovi dettagli dalle sentenze su Cavallini e Bellini
Riparte l'indagine sull'omicidio di Mino Pecorelli, il giornalista ucciso il 20 marzo 1979. Secondo il Fatto Quotidiano, "la Procura di Roma nelle scorse settimane ha acquisito agli atti le motivazioni delle ultime due sentenze relative al processo sulla strage di Bologna del 2 agosto 1980". Il motivo? "Ci sono dei passaggi di interesse del pm Erminio Amelio, titolare del fascicolo, in cui viene citato Valerio Fioravanti, ex leader dei Nuclei Armati Rivoluzionari, condannato nel 1995 in via definitiva insieme alla compagna Francesca Mambro (e più tardi a un altro ex Nar, Luigi Ciavardini) come esecutore materiale della strage di Bologna del 2 agosto 1980".
In particolare, spiega il Fatto, "la sentenza Cavallini dedica all’omicidio Pecorelli un intero capitolo, in cui i giudici scrivono che “vi sono plurime, convergenti dichiarazioni, se pure de relato, fatte da persone non si può certo credere che le avessero concordate perché tutte interessate a dire la medesima falsità (...) che Fioravanti uccise Pecorelli in veste di sicario su mandato di altri”. Il fascicolo dei pm di Roma, riaperto nel 2019, è contro ignoti. Fioravanti non è indagato: fu già accusato del delitto Pecorelli negli anni ‘80 ma fu prosciolto nel 1991 perché le dichiarazioni dei camerati non furono riscontrate.
Fin qui, spiega il Fatto, "le dichiarazioni riportate nelle due sentenze non hanno trovato riscontri e Fioravanti ha sempre sostenuto la propria estraneità al delitto Pecorelli. Lo ha fatto davanti ai pm di Roma il 15 aprile 1986 e anche a Perugia l’8 luglio 1997, in qualità di testimone, nel procedimento in cui erano imputati, tra gli altri, l’ex presidente del Consiglio, Giulio Andreotti, in qualità di mandante e l’ex estremista Massimo Carminati come esecutore materiale, imputati che poi furono tutti pienamente assolti".