Omicidio Saman, al via al processo. In aula presenti lo zio e i cugini

Assenti al banco degli imputati solo i genitori, stralciata la posizione del padre Shabbar in attesa di estradizione. Prima udienza del procedimento più atteso

di Alice Patti
Saman Abbas
Cronache

Omicidio Saman, è iniziato il processo a Reggio Emilia. Lo Zio e i cugini presenti in aula

Questa mattina (10 febbraio) alle 09.00, è iniziato in Corte D'Assise a Reggio Emilia il processo per l'omicidio di Saman Abbas, la ragazza pachistana 18enne uccisa a Novellara, per aver rifiutato un matrimonio combinato in patria. La giovane è scomparsa  nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021, il cui corpo è stato ritrovato un anno e mezzo dopo, sepolto in un casolare a 500 metri da casa.

In aula al fianco dei legali, lo zio Danish Hasnain, 34 anni, ritenuto dagli inquirenti l'autore materiale dell'omicidio, che però respinge le accuse e ha contribuito al recupero del corpo della ragazza. Con lui ci sono anche i due cugini Ikram Ijaz (28 anni) e Nomanhulaq Nomanhulaq (35 anni): assenti i genitori, il 46enne Shabbar Abbas, arrestato in Pakistan al centro di una complessa richiesta di estradizione, che ha visto già una decina di rinvii,  e la 47enne Nazia Shaheen, di cui si sono perse le tracce.

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Al fianco della Corte d’Assise, in aula, è presente il pubblico, non più di una ventina di persone in videocollegamento tra cui 4 consigliere comunali che hanno seguito il caso. All’entrata del tribunale, una decina di donne dell’Associazione "Non Una di meno" hanno srotolato uno striscione rosa con la scritta "Toccano una, toccano tutte". 

Omicidio Saman, lo striscione rosa fuori dal tribunale con la scritta 'giustizia'

"Giustizia per Saman": con queste parole su uno striscione rosa una decina di attiviste dell’associazione "Non una di meno" hanno manifestato avanti al tribunale di Reggio Emilia, dove poco dopo le 9 di questa mattina (10 febbraio) si è aperto il processo per la morte di Saman Abbas, la 18enne pakistana che gli inquirenti ritengono sia stata uccisa per aver rifiutato un matrimonio combinato in patria. Presenti anche altri striscioni con su scritto "Saman nel cuore e nelle lotte", "Perché la libertà ti fa paura?" , quest'ultimo dell’Associazione reggiana "Non da sola" che gestisce la casa delle donne di Reggio Emilia.  
 

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