Omicidio Stasi, l’amico confessa: "L'ho ucciso io con due colpi di pistola"

Luigi Borracino, minorenne all’epoca dei fatti, ha confessato l’omicidio del 19enne Paolo Stasi, freddato sotto casa il 9 novembre scorso

di Fabiana Agnello
Cronache

Omicidio Paolo Stasi, Luigi Borracino confessa

“Ha confermato la circostanza di aver sparato involontariamente due colpi d’arma da fuoco, non era sua intenzione, né tanto meno c’era un movente. È stata una reazione estemporanea”: così parla l’avvocato Maurizio Campanino, difensore di Luigi Borracino, oggi maggiorenne ma minorenne quando ha premuto il grilletto di una revolver ammazzando il 19enne Paolo Stasi sull’uscio della sua abitazione di via Occhiabianchi, a Francavilla Fontana, lo scorso 9 novembre.

Il delitto, secondo la ricostruzione dei carabinieri del Nucleo investigativo del reparto operativo di Brindisi in collaborazione con il nucleo radiomobile della compagnia di Francavilla Fontana, sarebbe maturato nell’attività di spaccio avendo, Paolo Stasi, contratto un debito di 5mila euro con Luigi Borracino. Reazione, quella dell’omicidio, che il gip Vittorio Testi nell’ordinanza di 142 pagine ha ritenuto “biasimevole” e di “inaccettabile sproporzione”.

“Il mio cliente è pentito, ha sottolineato il fatto che era un suo amico, si conoscevano da un po’” ha detto ancora il legale Maurizio Campanino. “Durante il periodo di detenzione Luigi Borracino ha avuto la possibilità di ripercorrere ed elaborare quello che è accaduto.” Già, perché Luigi Borracino, accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi insieme al presunto complice 21enne Cristian Candita, è stato accompagnato nel carcere di Brindisi il 22 maggio.

“All’epoca dei fatti era minorenne e oggi maggiorenne e deve essere trattato con le garanzie che vengono riconosciute al minorenne. Ha fatto un percorso e sicuramente è provato e non c’è dubbio. È la sua prima esperienza carceraria, un ragazzo sconosciuto alle forze di polizia, e oggi ha acquisito una certa consapevolezza per voler confessare.”

È stato un lungo interrogatorio quello che si è svolto all’interno delle mura di via Appia davanti al procuratore capo del tribunale per i minorenni Simona Filoni e il pm Paola Guglielmi: ora la procura potrebbe chiedere il giudizio immediato per Luigi Borracino, accusato di uno degli omicidi più efferati commessi nel brindisino negli ultimi tempi.

La sera dell’omicidio                                                                                             

Alle 17.31 del 9 novembre scorso Luigi Borracino è arrivato all’altezza dell’incrocio con via Di Vagno a bordo di una Fiat Grande Punto con i vetri e il lunotto posteriori oscurati condotta da Cristian Candita. Ha percorso alcune decine di metri e arrivato davanti casa di Paolo Stasi lo ha ucciso esplodendo due colpi di pistola di piccolo calibro, uno dei quali, quello fatale, in pieno petto. Poi si sono allontanati e, stando al racconto di Luigi Borracino, si sarebbero liberati dell’arma gettandolo in un cassonetto dell’immondizia in una strada di campagna.

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