Palermo, cane bruciato vivo: il padrone evita il linciaggio e anche il carcere

Aron non ce l'ha fatta, dopo giorni di atroci sofferenze, nonostante le cure, è morto. In Italia manca una legge ad hoc, per fatti simili non si va in prigione

Di Redazione Cronache
Aron, il cane bruciato vivo dal padrone
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Palermo, la tragica fine di Aron. Brambilla (Noi moderati): "Il Parlamento approvi la legge per punire severamente simili reati"

Da Palermo arriva un terribile episodio di cronaca. Un uomo ha legato e bruciato vivo il proprio cane, l'animale è morto in seguito al ricovero in ospedale sabato scorso, dopo giorni di atroci sofferenze. Una vicenda raccapricciante - si legge su Il Corriere della Sera - che ha suscitato molti interrogativi e scatenato polemiche. Accanto al palo a cui il padrone ha legato e bruciato vivo Aron, ci sono mazzi di fiori e una ciotola. Il responsabile della morte dell’animale, un clochard con problemi mentali e precedenti penali sfuggito al linciaggio solo per l’intervento dei carabinieri, è indagato dalla Procura di Palermo per maltrattamento e uccisione di animali. "La tua fortuna è vivere in Italia", hanno scritto su un cartello le centinaia di persone che, sabato, hanno sfilato in corteo fino al Municipio, chiedendo l’arresto del senzatetto.

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Ma il codice, vista la pena prevista per il reato, non consente in questi casi la custodia cautelare. Un problema secondo la parlamentare Michela Vittoria Brambilla, prima firmataria della proposta di legge che inasprisce le condanne per chi maltratta o uccide animali, - prosegue Il Corriere - calendarizzata nell’aula della Camera per la seconda metà di febbraio. "Confido — dice la deputata di Noi moderati — nel buon senso dei gruppi che finora, in commissione Giustizia, hanno ostacolato l’iter del provvedimento, peraltro sottoscritto da esponenti di quasi tutti i partiti, perché cambino atteggiamento e ne consentano la rapida approvazione in vista del passaggio in aula già fissato".

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