Ponte del 2 Giugno: boom di agriturismi, ma cala la spesa del 10%
In Italia 24mila strutture: meta di una comitiva su tre alla ricerca di un turismo lento e sostenibile
Boom di vacanze in agriturismo, le sceglie un gruppo su tre
Il ponte del 2 Giugno regala agli agriturismi il primo boom di stagione, con le 24mila strutture distribuite in tutto il Paese scelte come trampolino verso l’estate da una comitiva su 3. Il ritorno in vacanza degi italiani è, però, frenato dalla volontà di contenere le spese che, infatti, registrano un calo del 10% del budget per l'intera stagione che, a oggi, non supera i mille euro a persona. Al weekend lungo per la Festa della Repubblica gli italiani hanno riservato tra i 300 e i 500 euro.
Boom di vacanze in agriturismo, ma pesano instabilità politica e crisi economica
Pesano l’instabilità geopolitica e la crisi economica, con l’inflazione in accelerata al +6,9% annuo. A dirlo è Cia-Agricoltori italiani con Turismo Verde la sua associazione per la promozione agrituristica, registrando una ripresa più che positiva per un settore non salvo dall’aumento esasperato dei prezzi e dagli insostenibili costi di produzione. Gli italiani stanno, infatti, facendo i conti con l’aumento dei pezzi dei beni alimentari (+7,1% rispetto a maggio 2021) e di quelli energetici (+42,2%).
La ripresa del turismo è considerato da Cia una "boccata d'ossigeno", basti calcolare che oltre 10 milioni di italiani torneranno a viaggiare nei prossimi giorni, raggiungendo borghi per il 14% e, quindi, quelle aree rurali d’Italia dove si trovano l’84% degli agriturismi del Paese e occasioni di turismo lento e sostenibile la cui urgenza non è svanita con la fine dell’emergenza pandemica, ma si è rinnovata con l’insorgere di nuova incertezza scaturita dalla guerra in Ucraina.
Boom agriturismi, formula vincente grazie a sostenibilità e qualità del cibo
La formula degli agriturismi, spiega Cia, continua a essere vincente per natura, grazie alla salubrità degli ambienti e alla qualità del cibo, ma ci vorrà tempo per recuperare la stabilità pre-Covid, per ridurre l’incidenza delle disdette e recuperare utili. Servono incentivi agli investimenti che mettano più al centro il turismo, ancora troppo al margine anche con il Pnrr. Inoltre, manca personale e occorre rivedere le politiche del lavoro per avere un’Italia più protagonista della ripresa.
“Bisogna riconquistare la fiducia dei cittadini, commenta il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, coinvolgendoli di più nella costruzione di un’economica post pandemica e più forte rispetto agli shock internazionali. Serve un patto con i consumatori e, quindi, con i turisti che li renda partecipi del valore prodotto in agricoltura, quale asset strategico della promozione turistica ed enogastronomica nazionale, per scelte più consapevoli e sempre di qualità. Tra i migliori alleati che abbiamo per farlo, c’è proprio il settore agrituristico”.