"Portanova mi ha stuprata, si faccia curare". La vittima rompe il silenzio

La ragazza che accusa il giocatore e i suoi amici : "Non cerco notorietà e nemmeno i suoi soldi. Le ferite sul mio corpo sono state refertate"

Di Redazione Cronache
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Caso Portanova, parla la presunta vittima di stupro: "Smetta di giocare a calcio e dica a tutti la verità, Mi ha rovinato la vita"

Manolo Portanova è stato condannato in primo grado a sei anni per stupro, dallo scorso 6 dicembre poi la Procura della Figc lo ha deferito e nel Genoa era finito ai margini. Ma in Italia, si è considerati innocenti fino al terzo grado di giudizio e ottenuta l'autorizzazione al tesseramento dal Coni nelle scorse settimane, ha potuto riallacciare gli scarpini al soldo della Reggiana, una squadra - riporta La Stampa - per cui non è "né santo, né criminale", ma solo "un giocatore come gli altri". Ma la presunta vittima la pensa diversamente e decide di uscire allo scoperto. La studentessa romana di 22 anni che secondo il tribunale di Siena lui, suo fratello William (all'epoca minorenne), loro cugino e un quarto sodale, hanno violentato e picchiato in un appartamento della città del Palio nel 2021, tuttavia, piuttosto che davanti ai tifosi che l'osannavano, avrebbe preferito vederlo in un centro per il recupero degli uomini maltrattanti.

"Del risarcimento - dice la presunta vittima a La Stampa - non mi è mai importato nulla, perché il dolore non ha prezzo. Non sono certo io o la mia famiglia a cercare notorietà. È lui che continua a parlare con televisioni, giornali e dare conferenze stampa. È lui l’unico che continua ad esporsi. Il mio interesse nei suoi confronti è nato senza che io avessi la minima idea di chi fosse e che cosa facesse nella vita. Per altro, il suo nome non mi ha portato nulla di positivo. Non ho ottenuto niente da tutta questa storia".

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"Anzi, - prosegue la ragazza a La Stampa - qualcosa sì: solo dolore e lo stesso dolore lo vive la mia famiglia. A che pro avrei dovuto inventare? Non ho mai chiesto niente, accettato niente e voluto niente. Che dica la verità una volta per tutte. Le mie lesioni sono state refertate al pronto soccorso all'indomani dello stupro. La sentenza di condanna si basa su queste, sui messaggi, sui video. I periti hanno stabilito che le lesioni sono compatibili con un rapporto non consenziente. In tribunale, io ho chiesto un confronto diretto con lui, ma l'ha rifiutato".

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