Prof impallinata, nel “mondo alla rovescia” i genitori querelano i professori
Il ministro Valditara faccia piena luce sulla vicenda e il Senato risponda alla lettera della professoressa
Prof impallinata a Rovigo, i genitori dell’alunno pronti a querelare. Il caso
Abbiamo più volte parlato del “mondo alla rovescia” che si è creato negli ultimi anni. Tutto sembra impazzito, nessuna cosa è più al suo posto. L’alto viene scambiato per il basso e viceversa. La destra si scambia con la sinistra, il sole con la luna, il bianco con il nero. Ogni valore sembra stravolto. Soprattutto nel campo della Giustizia.
Se ti derubano in metro la colpa è tua non delle borseggiatrici, se ti occupano la casa la colpa è tua non dei ladri. Se l’amministratore ladro frega il condominio la colpa è dei condomini non del ladro che la scampa in mille modi, il più facile la prescrizione e magari se dici come stanno le cose per salvare gli altri ti querelano pure. E poi i politici si meravigliano perché la gente non va più a votare. E così nella scuola.
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Una volta, in altre epoche storiche, se un alunno prendeva una nota prima veniva deplorato in pubblico dall’insegnante, e magari ci stava pure qualche scappellotto e poi prendeva il resto a casa dai genitori. Deplorevole la punizione corporale naturalmente ma ora siamo passati all’opposto. Ora, nel “mondo alla rovescia” accade esattamente il contrario. Prima l’alunno “mena” l’insegnante poi l’insegnante prende il resto dai genitori.
Nel caso dell’Istituto Itis “Viola Marchesini” di Rovigo un alunno ha letteralmente impallinato con una pistola ad aria compressa una professoressa di scienze mentre un altro filmava il tutto, un fatto che già aveva prodotto una enorme eco ai tempi dei fatti. Ci si aspettava una punizione esemplare ed invece nel “mondo alla rovescia” i responsabili erano stati promossi con il 9 in condotta.
La decisione clamorosa aveva scatenato polemiche ovunque e la preside aveva dichiarato: “Ha parlato il ministro, ora riconvocheremo il Consiglio di classe per riflettere e rivalutare la situazione" e così sono stati abbassati i voti a un 7 e a tre 6. In particolare, allo studente che aveva preso 9 in condotta è stato attribuito un 7 mentre agli altri che avevano avuto 8 in condotta, il consiglio di classe ha dato 6.
Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara era personalmente intervenuto con la preside che aveva riconvocato il consiglio di classe che aveva rivisto il giudizio. Ma non è finita qui. Nel “mondo alla rovescia” un genitore di uno dei ragazzi ha minacciato azioni civili e penali alla professoressa Maria Cristina Finatti (61) se la docente continuerà a fornire “informazioni false” sugli autori del gesto.
La prof ha prontamente reagito: “Sono stata derisa e umiliata, è vero le scuse le ho ricevute, e l’ho sempre detto, ma questo non cambia la gravità della vicenda che ho subito. “Ora arriviamo al colmo: sembra addirittura che sia io la responsabile di questa situazione”.
E così la frittata rovesciata è servita. La professoressa impallinata, umiliata e derisa è stata anche minacciata di querela. È “il mondo alla rovescia” bellezza, verrebbe tristemente da dire. Sembrerebbe quindi che per prendere un buon voto in condotta occorra sparare alla professoressa. Un bel segnale, indubbiamente.
In questa surreale vicenda -tipicamente italiana- c’è da capire il ruolo della preside dell’istituto e del consiglio di classe che hanno avuto l’ardire di dare alti voti in condotta ai cow boy in erba. Perché l’hanno fatto? Perché non è stata ancora trasferita? Perché ha tolto tre classi su nove alla professoressa vittima? Perché non si sa ancora niente della lettera che la Finatti ha scritto alla settima commissione permanente del Senato “Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport”?