Qatar, si allarga il caso-mazzette: nel mirino gli assistenti parlamentari Ue

Le indagini proseguono: il giallo della commissione "LIBE" (leggi il verbale) e il ruolo dei portaborse a Bruxelles. Chi c'entra e chi no

Di Lorenzo Zacchetti
Parlamento europeo
Cronache

Eva Kaili e il "giallo" del voto su Qatar e Kuwait
 

L'inchiesta sulla corruzione da parte del Qatar nei confronti di politici europei sta provocando un vero terremoto nel gruppo europeo dei Socialisti & Democratici, dei quali fa parte anche il Pd. Alle gravi accuse nei confronti di Antonio Panzeri e dei suoi familiari ha fatto seguito lo choc per i sacchi di soldi trovati in casa della greca Eva Kaili, vicepresidente del Parlamento europeo, che ha avuto una figlia dall'italiano Francesco Giorgi, ex assistente parlamentare di Panzeri, anch'egli arrestato.

Qatar, Moretti: "Querelo il Fatto Quotidiano"

"L’eurodeputata del Pd Alessandra Moretti smentisce quanto riportato in un articolo del Fatto Quotidiano riguardo a presunte  votazioni “nel blocco della Kaili”, espressione di cui non si comprende il significato, e diffida il giornale e ogni altro mezzo di comunicazione dall’accostare il suo nome a ogni illazione sulla vicenda dell’indagine sui presunti casi di corruzione dal Qatar al parlamento europeo. L’eurodeputata ha dato mandato ai propri legali di procedere in sede civile nei confronti del Fatto Quotidiano per l’articolo altamente diffamatorio nei suoi confronti e contro gli altri organi di informazione che rilanciano e rilanceranno simili notizie, false e destituite da ogni fondamento. Si precisa che riguardo alla risoluzione contro il Qatar Moretti ha sempre votato in linea con il proprio gruppo politico , S&D, in qualche caso votando a favore di alcuni emendamenti presentati dalla sinistra, molto duri sul Qatar”, così in una nota l’ufficio stampa dell’eurodeputata del Pd Alessandra Moretti.

Il loro fermo rappresenta un vero e proprio terremoto, perché un conto è parlare di accuse a carico di ex europarlamentari (come Panzeri, appunto), ma ben più pesante sarebbe il coinvolgimento di chi è attualmente in carica a Bruxelles. Proprio dall'intreccio tra gli europarlamentari e i loro assistenti (ogni deputato ne ha circa una decina) stanno nascendo equivoci e voci che turbano la politica continentale. L'arresto di Giorgi ha costretto Andrea Cozzolino, europarlamentare Pd in carica, a chiarire che la vicenda non ha nulla a che fare con lui, che attualmente si avvale dei servizi di Giorgi come assistente. In particolare, spiega Cozzolino, la scelta sarebbe ricaduta su di lui in quanto esperto delle relazioni con i paesi del Maghreb. Giorgi, a quanto risulta, potrà quindi rispondere delle vicende riguardanti Panzeri ed eventualmente la sua compagna Kaili, mentre Cozzolino è estraneo alla vicenda.

Molto simile è la situazione di Alessandra Moretti (intervistata sul punto da affaritaliani.it), in seguito alle voci sul sequestro del cellulare e dell'ufficio a una delle sue assistenti parlamentari: anche in questo caso, la persona in questione viene monitorata in quanto ex collaboratrice di Panzeri e quindi, secondo gli inquirenti, potenzialmente a conoscenza di informazioni utili.

Il nome di Moretti è emerso anche nella vicenda riguardante la discussa partecipazione di Eva Kaili alla commissione “LIBE”, quella che a Bruxelles si occupa di libertà civili, giustizia e affari interni. Pur non essendo membro titolare del gruppo di lavoro, l'ex giornalista greca ha partecipato ai lavori e ha anche votato sulla risoluzione riguardante i visti per i cittadini del Kuwait e del Qatar, una circostanza piuttosto sospetta, viste anche le accuse nei suoi confronti. Gli stessi colleghi del gruppo S&D avrebbero stigmatizzato la cosa, peraltro notata e messa nero su bianco dal segretariato della commissione.

Come si vede dal verbale della seduta, anche Alessandra Moretti ha preso parte alla commissione, ma, come verificato presso i vertici del gruppo S&D, la sua presenza era stata richiesta in sostituzione di un collega, prassi abituale in ogni assemblea elettiva, e il suo comportamento “ha seguito la linea del gruppo”. Va quindi ribadito che non c'è nulla di anomalo nel comportamento dell'europarlamentare vicentina, mentre al contrario, viene definita “assurda” e “certamente da chiarire, perché se ne sta parlando molto", la condotta di Kaili, un vero e proprio giallo nel giallo, sul quale certamente anche gli inquirenti belgi vorranno fare luce.

Il suo collega Pierfrancesco Majorino, impegnato in prima linea nelle inchieste sulle ingerenze straniere in Europa, afferma: “Sto seguendo con sconcerto quanto sta emergendo dell'inchiesta che chiama in causa esponenti politici e rappresentanti del parlamento europeo. Mi ritrovo totalmente nella linea di grande fermezza adottata dal Partito democratico". Il candidato alla Presidente di Regione Lombardia sottolinea che "la lotta alla corruzione, sempre e comunque, senza se e senza ma, fa parte del nostro dna. E i nostri comportamenti devono essere assolutamente conseguenti. Come non ci devono essere ombre sulla necessita' di lottare per il pieno rispetto dei diritti umani. Va contrastata ogni forma di interferenza e ingerenza straniera nei confronti dell'Unione Europea, implicita o esplicita. Mi auguro anche per questo che l'autorità giudiziaria vada avanti sulla sua strada con efficacia".

Perquisita l'abitazione del deputato Tarabella

La polizia belga ha perquisito ieri sera l'abitazione dell'eurodeputato socialista belga Marc Tarabella, nell'ambito dell'inchiesta della procura federale di Bruxelles sul cosiddetto Qatargate. Lo riferiscono i quotidiani Le Soir e Knack, secondo cui Tarabella era presente alla perquisizione, avvenuta sotto la supervisione della presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. Gli investigatori hanno portato via del materiale informatico.

 


 
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