Politica

Inchiesta Qatar-Bruxelles, questione morale tallone d'Achille della sinistra

di Vincenzo Caccioppoli

Inchiesta Qatar-Bruxelles, l'assordante silenzio della sinistra

Inchiesta Qatar-Bruxelles, la questione morale ormai sembra essere diventata da tempo un vero e proprio tallone d'Achille della sinistra

Quello che forse maggiormente sorprende della bruttissima vicenda delle mazzette a Bruxelles, non sono tanto i sacchi pieni di soldi (come non se ne vedevano nemmeno nel primo periodo di Tangentopoli con il “mariuolo” Chiesa), ma l’assordante silenzio da parte della sinistra. Articolo 1, partito di cui faceva parte Antonio Panzeri (che vantava comunque una lunga militanza nel sindacato prima e nel pds, Ds e Pd dopo) lo ha immediatamente sospeso dal partito (e ci mancherebbe altro non lo avesse fatto) ma nessuno, a cominciare dal segretario ed ex ministro della salute Speranza ha voluto commentare la vicenda, per certi versi assurda. Certo come si sa il garantismo consiglia di assumere una certa prudenza in casi simili, soprattutto all’inizio, ma insomma, di fronte a prove conclamate comunque già gravissimi ( non è proprio da tutti avere 600.000 di euro in contanti a casa, alla faccia del limite al contante, di cui la sinistra si riempie tanto la bocca in queste settimane), una dichiarazione, una presa di posizione di qualche tipo sarebbe stata comunque auspicabile. Anche perché, inutile girarci intorno, la questione morale ormai sembra essere diventata da tempo un vero e proprio tallone d'Achille della sinistra, anche alla luce della altrettanto gravissima e paradossale questione del deputato di Verdi e Sinistra Italiana, Aboubukar Soumahoro, anch’egli ex sindacalista, come Antonio Panzeri, nei guai per i soldi elargiti a piene mani ( e spesi probabilmente per altri fini rispetto a quelli a cui erano destinati) alle Ong della suocera e della moglie.

La sinistra da troppo tempo, come non ricordare la celebre frase proferita dall’allora segretario dei Ds Piero Fassino (sulla cui integrità morale nessuno ad oggi può dire nulla) sulla “conquista” di un Banca, sempre forse più interessato al mondo degli affari, della finanza e del business, più che a quello del lavoro, del disagio e della difesa dei più deboli. Il problema insomma è ben più complesso e non può essere circoscritto, come qualcuno in passato ha fatto e come anche adesso si tenterà di fare, alla denuncia della presenza di qualche mela marcia. Fatte le assolute debite proporzioni del caso, ci mancherebbe altro, si rischia così facendo, di commettere lo stesso errore fatto con la celebre frase del periodo di piombo, quando si derubricava i terroristi rossi come compagni che sbagliavano. La sinistra ormai non può più nascondersi dietro ad un dito e farsi forte di una solo supposta diversità, legata proprio ad una sua superiorità morale, evidentemente riconosciuta da una entità superiore ( e anche da una certa stampa non proprio ostile). La sinistra da troppo tempo ha perso il contatto con la realtà che la circonda e con i problemi reali delle persone a cui il partito dovrebbe dedicare le sue attenzioni. Ed è per questo che da anni la parte più debole della società non si riconosce più in questa sinistra imborghesita, che troppo autoreferenziale, sembra molto più interessata a mantenere poltrone, prebende e potere che a migliorare le condizioni di vita dei ceti più deboli della società.