Rdc, l'uomo che tentò di bruciare il Comune non è un percettore. Esclusivo
L'uomo che questa mattina ha tentato di bruciare la stanza del sindaco di Terrasini (Palermo) non è un percettore del reddito di cittadinanza. ESCLUSIVO
Caso Terrasini, l'uomo non hai mai percepito il reddito di cittadinanza (pur presentando domanda tra le sei e le sette volte). ESCLUSIVO
Colpo di scena. L’uomo che questa mattina ha tentato di dare fuoco alla stanza del sindaco di Terrasini (provincia di Palermo), gettando della benzina a terra e versandola anche su se stesso, non è un percettore del reddito di cittadinanza. Non ha quindi ricevuto il fatidico “sms” che dal primo agosto abolirà il sussidio statale a ben 169mila famiglie italiane. Come ha potuto accertare Affaritaliani.it- da fonti al massimo livello governativo- l’uomo in questione è in realtà Pasquale Orlando, cittadino di Terrasini, conosciuto dalla comunità per la sua “Lambretta”, con la quale è solito girare il Paese, chiedendo soldi. Orlando, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, ha sì presentato la domanda per richiedere il reddito di cittadinanza (ben sei-sette volte), ricevendo però esito negativo: non ha mai avuto i requisiti adeguati.
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"Sono stati attimi di paura e di tensione per fortuna non è accaduto nulla di irreparabile", ha commentato il primo cittadino dopo l'assalto al Comune. "Era già venuto una prima volta stamattina per dirmi che da oggi gli toglievano il reddito di cittadinanza. Poi è tornato con la tanica di benzina ed è salito dicendo 'Brucio il comune se non mi date soldi', perché io gli avevo detto che non potevo aiutarlo". Dichiarazioni forti che non corrisponderebbero però al vero: l'uomo, appunto, non è mai stato un percettore del reddito di cittadinanza.
Rdc, la tensione sociale cresce al Sud. La bomba da Napoli a Taranto
Ma non solo a Palermo. La tensione sociale è "alta" in tutto il Sud del Paese. A Napoli, ad esempio, si è fatta infuocata la contestazione davanti alla sede dell’Inps, mentre davanti al municipio di Taranto e Cosenza si è creata la ressa. Nel mirino sempre l'abolizione da parte del governo del Rdc. I cittadini urlano “Meloni ci costringe a delinquere” e primi cittadini e amministratori locali lamentano: “Non possiamo far fronte a tutto”. Ma anche ai “piani alti” della politica le contestazioni non mancano. Le opposizioni attaccano, con il Movimento 5 stelle e il Partito Democratico che accusano il Governo di fare “macelleria sociale” e di fare – ha sostenuto Giuseppe Conte – una “guerra ideologica a danno dei deboli”. Nel frattempo, la maggioranza avanza compatta, e sostiene invece la scelta del Governo di sospendere la misura, con Fratelli d’Italia che tuona: “Conte e Schlein soffiano sul fuoco”.
Rdc, dai bonus alla Carta "Dedicata a te": ecco i nuovi sussidi statali introdotti dal governo Meloni
Contestualmente alla chiusura dello strumento di accompagnamento al reddito per le fasce sociali più indigenti, il governo di Giorgia Meloni ha introdotto una serie di misure alternative. Primo l’assegno di inclusione, che sarà riconosciuto a partire dal primo gennaio 2024 quale misura di sostegno economico, condizionata al possesso di requisiti di residenza, cittadinanza e soggiorno, sulla base dell'Isee, alla situazione reddituale del beneficiario e del suo nucleo familiare e all'adesione a un percorso personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa.
Poi c’è la carta “Dedicata a te”, per l’acquisto di beni alimentari di prima necessità, da parte di persone in possesso di un Isee non superiore a 15.000 euro, rilasciata da Poste Italiane tramite Postepay, è nominativa e sarà operativa da luglio 2023. Ancora, dal 1° luglio 2023 è stato aumentato a 290,11 euro l'importo dell'assegno di incollocabilità. Si tratta di un versamento erogato agli invalidi per infortunio o malattia professionale.Non da ultimo, dal primo settembre 2023 invece scatta il supporto per la formazione e il lavoro, che prevede la partecipazione a progetti di formazione, qualificazione e riqualificazione professionale e orientamento.