Renna: "Stop all' invio di armi in Ucraina. Senza Rdc ci sarà più povertà"

L'intervista all’Arcivescovo di Catania Luigi Renna che passa ai "raggi X" il Paese e i suoi principali problemi

Cronache

Affaritaliani.it intervista l’Arcivescovo di Catania Luigi Renna su povertà, guerra e giustizia

Povertà, guerra e giustizia: temi caldi che infuocano quello che si prospetta un inverno glaciale per gli italiani. Tra aumenti di bollette e i rincari della benzina, l’Italia rischia seriamente un’escalation di povertà a cui molti – soprattutto chi non riceverà più il reddito di cittadinanza – non potranno sfuggire se non adeguatamente supportati da politiche che aiutino la società.

Affaritaliani.it intervista il presidente della commissione episcopale per i Problemi Sociali e il Lavoro, la Giustizia e la Pace della Conferenza episcopale italiana, l’Arcivescovo di Catania Luigi Renna che passa ai raggi X il Paese e i suoi principali problemi.

Martedì 11 gennaio c'è stato il primo incontro ufficiale tra il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il Santo Padre. Molti i temi sul tavolo: immigrazione, guerra,povertà. E proprio dalla povertà vorrei partire. Nell'ultimo periodo c'è stato un aumento delle persone che chiedono aiuto alle parrocchie o alla Caritas? Qual è lasituazione oggi?

La situazione è una situazione che è sotto gli occhi di tutti, e si sta già provvedendo con tanti aiuti ad andare incontro a quello che è stato definito una povertà ereditaria per tante situazioni. È una povertà endemica. Eppoi i nuovi poveri, le persone che vivono nella precarietà che non riescono a uscire da questa situazione. Il tutto aggravato dal caro bollette. Io credo che nelle prossime settimane potremmo avere una situazione in cui la povertà incalzi ancora di più. Al Papa sta sempre a cuore questo tema perché credo che trattandolo con la Meloni abbia indicato delle priorità da attenzionare nel suo Governo.

Ma ovviamente non possiamo sapere se il Papa sia entrato nel merito di alcune questioni. Certamente c’è un grosso nodo da risolvere, per il Governo, che è il modo in cui tratterà il reddito di cittadinanza. Come si risolverà a che non sfoci nell’assistenzialismo e come far sì che le persone occupabili entrino nel mondo del lavoro. Dover affrontare questo tema, in questo momento particolarmente delicato è molto arduo. Certamente prima o poi bisognerà ritornare perché così com’è, credo siamo tutti quanti d’accordo, il reddito non può stare in piedi perché non crea condizioni risolutive in maniera totale. Ma allo stesso tempo, togliere subito questo sostegno significa anche gettare nell’incertezza tantissime famiglie”.

Infatti, come sappiamo, il Governo ha tagliato i finanziamenti al reddito dicittadinanza, che durerà per altri 7 mesi. Milioni di persone rimarranno senza un'entrata. Non temete un'escalation di povertà, considerando anche le bollette che non scendono, il rincaro della benzina?

Certamente temiamo un'escalation di povertà. Il caro bollette e il protrarsi di situazioni di precarietà, getterà ancora di più molte persone in una situazione di povertà.

L'Europa e la Nato hanno firmato un patto per dare più armi all'Ucraina, a cui ovviamente parteciperà anche l'Italia. Proprio mercoledì scorso infatti il Senato ha approvato il dl che proroga le forniture militari all’Ucraina. Ma ancora non è il momento per il dialogo?

Un arbitrato è stato offerto dal Papa e anche da altri capi di stato, ma in primo luogo Putin e altri non hanno accettato. Certamente a noi fa paura questa escalation e questo fornire armi, perché a un certo punto non costringe a un dialogo. Dico costringe perché stanno seguendo entrambi la via della vittoria a tutti i costi. Io non lo so se siamo ancora nei termini di una legittima difesa per l’Ucraina. Bisognerebbe valutare tante cose, ma certamente questo fornire armi è una soluzione che non porterà a nulla. Non porterà certo al dialogo, perché nessuno con questi aiuti si tirerà indietro.

Quindi guerra in Ucraina, e in altri paesi. Oggi più che mai abbiamo bisogno di pace,ma il governo con l'ultima legge di bilancio ha tagliato i fondi per il servizio civile mentre aumenta quelli per le spese militari.

La coperta è molto corta, ma non ci si rende conto che il servizio civile dà un aiuto sociale enorme a tante associazioni di volontariato e a tante istituzioni educative per sopperire a situazioni alle quali lo Stato non riesce a dare delle risposte. In questo modo non colpisceil servizio civile, si colpisce anche tutta una pratica di bisogni ai quali il servizio dà un conforto. Penso a tutte le associazioni di volontariato che hanno un forte sostegno nei giovani del servizio civile. Verranno meno delle forze.

Proprio giovedì 5 gennaio avete organizzato una marcia per la pace. Avete intenzione di farne un’altra? Immagino sia stata molto partecipata.

È stata molto partecipata. Nel passato c’erano state altre marce solo di alcuni gruppi, questa è stata partecipata da tutti i movimenti e le associazioni, ritornando sul tema del messaggio del Papa per la Giornata della Pace. Possiamo dirci soddisfatti del fatto che c’è un’attenzione costante di alcune associazioni, penso alla Comunità di Sant’Egidio o a Pax Christi che a questo tema dedica dei percorsi per l’educazione alla pace. Abbiamo fatto questa marcia e la veglia di preghiera, poi preferiamo per lo più continuare a pregare e a parlarne in vari contesti e seguire soprattutto questa via che è quella all’educazione della pace che Pax Christi sta portando avanti. Quello che ci serve è coscientizzare su questo tema.

Un altro argomento di cui si parla molto ultimamente è la Giustizia. Oggi con lariforma Cartabia, si potrà praticamente patteggiare su tutto: come ad esempio schiavitù, terrorismo, mafia. Poi con la Legge contro i rave party viene posto fine all'ergastolo ostativo, con il rischio di fare uscire dal carcere migliaia di mafiosi. Sembra che i criminali inizieranno ad avere vita facile...

Quello che si teme è che non ci sia un’adeguata risposta a quella che è la situazione delle vittime e anche a una sicurezza. Vediamo molto facilmente che quando alcuni lasciano il carcere questa viene meno. Certamente, una via da perseguire che la Cartabia ha intrapreso è stata quella della giustizia riparativa che evidentemente ha bisogno di tempi lunghi e che ha bisogno di determinate direttive. Io spero che si valuti molto bene, con molta calma, questo tipo di riforma perché potrebbe portarci a ritornare indietro su alcuni aspetti in cui alcune parti del Paese, come la Sicilia, hanno raggiunto un equilibrio, dovuto proprio al rigore di determinate leggi.

Quindi come valuta le politiche attuate dal Governo fino a oggi? Su cosa dovrebbe concentrare le sue forze?

Io credo sia molto presto per dare un giudizio sulle politiche del Governo. Molto ci aspettiamo dalla situazione sulla soluzione del reddito di cittadinanza, molto ci si aspetta anche dall’attuazione del Pnrr. Io credo che se il Governo, da questo punto di vista, insista molto su delle politiche che creino degli investimenti e non lasci passare questo treno per noi molto importante, che è quello del Pnrr, se non vediamo l’attuazione di queste cose, allora non possiamo dare ancora un giudizio.

Credo che i mesi siano davvero molto pochi per poter tirare le somme. Un altro aspetto che ci deve stare a cuore è quello della salvaguardia del Creato. Sono mesi che aspettiamo delle linee per l’attuazione delle comunità energetiche e se ci fossero state già nel Governo precedente e poi nei primi mesi di questo Governo, avremmo già risolto molto. La Chiesa con la settimana sociale ha fortemente auspicato che si realizzassero. Però rimangono ancora da scrivere alcune linee che determinano nel dettaglio le modalità che potranno essere create o potranno essere sostenute.

Da poco si sono svolti i funerali del Papa emerito. Cosa cambierà per PapaFrancesco ora?

Non cambierà nulla perché il Papa emerito non interferiva assolutamente nel magistero e nell’operato di Papa Francesco. Sappiamo che c’era una grande intesa e una grande conversazione. Il cammino della Chiesa, soprattutto in preparazione del Sinodo, sta andando avanti, quindi la morte di Papa Benedetto XVI non ha cambiato nulla perché lo stile che il Papa emerito ha mantenuto, ormai dalla fine del febbraio 2013, è stato quello di una grande riservatezza. Di questo gli va dato merito.

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