Economia
Trasporti pubblici, ticket gratis e servizi al top: la rivoluzione possibile
Torna a primeggiare sui quotidiani il tema del costo dei biglietti dei trasporti pubblici: c'è chi spinge per i ticket gratis senza però considerare i LEP
Trasporto pubblico, i livelli essenziali di prestazione devono infatti venire sempre soddisfatti: analisi e nuove proposte
Il Trasporto Pubblico Locale è tornato a primeggiare sulle pagine dei quotidiani. Da più parti si parla di aumenti tariffari, a partire da Milano dove l’amministrazione comunale ha aumentato la tariffa del biglietto a 2,20 Euro, a Ferrara il costo del titolo di viaggio è passato da 1,30 a 1,50 euro, a Foggia dal prossimo marzo il biglietto semplice costerà 1 euro (+10 cent) e Roma, dove già dal prossimo agosto 2023 il prezzo aumenterà dagli attuali 1,50 euro a 2 euro, con un aumento del 33%.
Si riprende a parlare di opportunità sul rendere gratuito il servizio di TPL con Bari primo capoluogo italiano a rendere quasi gratuiti gli abbonamenti (annuali) per il trasporto urbano, ad un costo trascurabile di 20 euro/anno per tutti i cittadini, senza limitazioni per reddito o fascia oraria e destinato anche a chi studia o lavora in città.
Ma i dubbi rimangono e si riferiscono alla necessità (e quindi opportunità) di soddisfare i Livelli Essenziali di Prestazione (LEP), ovvero quelli che l'articolo 117 della Costituzione individua a garanzia di tutto il territorio nazionale e la cui definizione spetta esclusivamente allo Stato ma la cui realizzazione compete, oltre che allo stesso Stato, ai diversi enti territoriali, comprese le Regioni.
Una corretta determinazione dei LEP parte dall'individuazione dei diritti civili e sociali che si intendono garantire su tutto il territorio nazionale e si possono ricondurre a diversi ambiti quali l'istruzione e la formazione, la salute, l'assistenza sociale, la mobilità ed il trasporto pubblico, trasferiti sui diversi territori regionali.
Con la legge 42/2009 si sarebbe dovuto realizzare un federalismo efficiente e solidale, rispettoso della Costituzione, superando il criterio della spesa storica, sulla base appunto di Lep validi per il territorio nazionale e finanziati in riferimento alla previsione del fabbisogno standard. Oggi siamo al punto che ciò non è mai avvenuto. Un esempio è fornito dalle sperequazioni che si manifestano mettendo a confronto due comuni italiani con lo stesso numero di abitanti. I casi sono molteplici, inutile dilungarsi. Non aver applicato i Lep ha significato impedire anche ad amministrazioni virtuose di offrire servizi ai propri cittadini, più istruzione e cultura, assistenza ai più deboli, di creare lavoro e fornire servizi più vicini alle esigenze dei cittadini.