Renzo Bossi si è sposato. "Trota" ha mollato la politica, ora vende formaggi

Colpo di fulmine per Izabela e nozze. La nuova vita del figlio di Umberto, gestisce 70 capre insieme a suo fratello in una fattoria nel Varesotto

Di Redazione Cronache
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Renzo Bossi, dalla politica alle capre. Nuova vita in fattoria per il "Trota"... e matrimonio

Renzo Bossi, meglio noto come il "Trota" a causa del nomignolo attribuitogli da suo padre Umberto e di cui non è più riuscito a liberarsene. Così l'ex leader della Lega ribattezzò anni fa il secondogenito Renzo. Alla domanda se il ragazzo fosse destinato a diventare il suo Delfino, il "Senatur" rispose: "Lo vedo più come trota che come delfino". Ora Renzo - si legge su Il Corriere della Sera - dopo gli scandali giudiziari in cui è stato coinvolto ha deciso di cambiare vita. Ha dato il suo addio alla politica, adesso vende formaggi e gestisce una fattoria con circa 70 capre nel Varesotto. Ma c'è di più, si è anche sposato. Renzo ha protetto fino all’ultimo l’evento: "Mi raccomando non ditelo a nessuno", ha ripetuto anche ai pastori di "Tera Nostra", la fattoria di Brenta che gestisce insieme a suo fratello Roberto.

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Dopo una lunga relazione con una giornalista milanese, un anno fa Renzo - prosegue Il Corriere - conobbe Izabela Corina Juncu, imprenditrice rumena dell’alta profumeria. Colpo di fulmine. Le cose sono state fatte in gran velocità anche per seminare i curiosi, annullata pure la "rifinitura" che i due promessi sposi avrebbero voluto regalarsi alla vigilia in una nota beauty clinic di Milano. Eletto nel 2010 a 22 anni consigliere regionale, un anno dopo esser riuscito solo al terzo tentativo a superare l’esame di maturità, nel 2012 fu coinvolto nell’inchiesta sull’appropriazione indebita dei rimborsi elettorali della Lega e costretto così alle dimissioni. Fu accusato di essersi comprato pure una laurea in Albania, ma lui disse di esserne all’oscuro. Nel 2019 poi per l’inchiesta sui rimborsi arrivò il non luogo a procedere e la Cassazione nel 2022 gli ha pure azzerato la condanna per le "spese pazze" alla Regione Lombardia. Ma ormai con la politica aveva chiuso.