Runner ucciso dall'orso, se vieni divorato la colpa è tua: mondo alla rovescia

Se un orso divora un essere umano la colpa è naturalmente dell’umano non dell’orso: a questo si è spinto il politically correct dilagante. Il commento

di Marco Rossi
Cronache

La vicenda dell’orsa assassina nel mondo alla rovescia

Nel noto “mondo alla rovescia” in cui siamo finiti da tempo, le cose, i valori, le azioni –come noto- sono completamente rovesciate. È il cosiddetto “spirito del tempo”. Se i cittadini filmano le ladre che rubano nella metropolitana la colpa è dei cittadini, se uno è eterosessuale è lui il “diverso”, se Colombo scopre l’America ha compiuto un misfatto e le sue statue vanno abbattute, se ad uno gli occupano la casa la colpa è sua non degli abusivi. In questo clima perverso sono arrivati anche gli eco-vandali che imbrattano le opere d’arte in nome dell’ambiente e poi ci sono sempre loro, gli animalisti estremisti per i quali l’essere umano è la somma di tutti i mali del mondo. Se un orso divora un essere umano la colpa è naturalmente dell’umano non dell’orso.

A questo punto si è spinto il politically correct dilagante nel mondo e in Italia in particolare. Basta fare un giro sui social, ma specialmente su Facebook, che ci si accorge del fenomeno. Sono sorti dal nulla interi gruppi di facinorosi avversari dell’umano che difendono a spada tratta il diritto degli orsi, ed in generale degli animali selvatici, di attaccare, uccidere e dilaniare le persone che osano trovarsi in loro presenza, senza contare che le bestie sempre più spesso si spostano in vicinanza dei centri abitati. Tra l’altro sono stati segnalati casi di vere e proprie gravi minacce agli utenti che hanno provato ad esprimere una opinione diversa da quella degli estremisti animalisti e sta indagando la polizia postale.

Il problema sta diventando importante soprattutto nel Trentino ed ha fatto bene il governo a prendere la decisione di abbattere l’orsa Jj4 che ha già attaccato due umani che ora chiedono anch’essi l’immediato abbattimento. Il caso del povero Andrea Papi è esemplificativo. Il runner era semplicemente andato a correre ed è stato dilaniato dall’orsa psicopatica.

Selvaggia Lucarelli ha come al solito provato a sfruttare l’evento per farsi un po’ di pubblicità ma questa volta la reazione è stata molto dura e la fidanzata di Papi le ha risposto in maniera netta: “Non so se le è chiaro che noi nel bosco ci viviamo, esci dalla porta di casa e sei nel bosco. Nessuno cerca niente, nessuno è uno sprovveduto. Se non si ha cognizione di causa è meglio tapparsi la bocca e lasciar fare chi se ne intende. Siete voi gli animali che banchettano sul dolore altrui”. Qui si tratta di un problema di sopravvivenza, cioè di priorità. L’uomo viene prima dell’animale. È questo il valore che si cerca di sovvertire.

Tra l’altro, si apprende che la Giunta Provinciale di Trento ne aveva chiesto l’abbattimento ma il Tar si è opposto. Ora occorre fare chiarezza anche sulle eventuali responsabilità di chi si è legalmente opposto alla misura richiesta. Se il Tar non si fosse opposto Papi sarebbe ancora vivo. Da uno studio citato dal Quotidiano Nazionale si apprende che c’è una probabile origine genetica. Infatti l’orsa assassina ha 17 anni ed è nata da Joze e Jurkam che sono tra i primi orsi giunti dalla Slovenia per ripopolare l’habitat. Ebbene –secondo uno studio citato- il 50% delle aggressioni dipendono da tre discendenti di Joze, tra cui Ji4.

Tornando alla sorte dell’orsa, crescono i fautori dello “spostamento” ambientale, come Licia Colò. Il problema che spostarla non risolverebbe il problema ma anzi porrebbe le basi per ulteriori aggressioni e sbranamenti. Si tratta di prevenzione. Se la Colò e la Lucarelli e quanti si ergono a paladini firmassero una carta in cui si assumono tutte le responsabilità di quanto potrebbe avvenire di nuovo in futuro forse questi personaggi sarebbero più cauti.

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