Runner ucciso in Trentino dall'orsa: il Tar ferma l'abbattimento di JJ4
Il tribunale amministrativo accoglie il ricorso presentato dalla Lega Anti Vivisezione. La madre del runner: "L'abbattimento dell'orsa non mi ridarà Andrea"
Il Tar blocca l'ordinanza della provincia di Trento: per ora l'orsa resta in vita
Al momento, la disposizione di abbattere l’orsa che ha aggredito e ucciso il runner Andrea Papi, è sospesa. Arriva infatti la sentenza del Tar di Trento a sospendere l’azione del presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti. Il funzionario infatti, lo scorso 8 aprile - due giorni dopo la tragedia che ha colpito la comunità di Caldes - aveva firmato l’ordinanza per disporre l’abbattimento dell’animale “incriminato” e di altri due esemplari.
Non è la prima volta che il Tar sposa la “linea animalista” sugli attacchi degli orsi reintrodotti in Trentino. Come noto, due anni fa l’orsa JJ4 aveva già aggredito - senza conseguenze fatali - Fabio e Christian Misseroni, padre e figlio che passeggiavano negli stessi boschi della vittima 26enne. E anche allora, aveva annullato il provvedimento che ne disponeva l’abbattimento.
Proprio in quell’occasione, il presidente Fugatti si era espresso sull’accaduto: “Nel 2020 era stata già emessa ordinanza di abbattimento per l'orsa, ma i giudici ci hanno bloccato". Come ha ricordato lui stesso, sugli schermi di Mattino Cinque, in quel caso si trattava di un’ordinanza, prima di abbattimento e poi di cattura, per l’orsa in questione. “"Entrambe sono state bocciate dai giudici amministrativi, Consiglio di Stato e Tar. Se fossimo andati avanti - considera il presidente - avremmo infranto la legge, abbiamo continuato a segnalare alle autorità competenti i rischi che provocava l'orsa, ma ci è sempre stato detto che la cattura non era necessaria e siamo arrivati ai fatti di questi giorni". Le parole di Maurizio Fugatti sembrano sottotitolare: “Tar avvisato, mezzo salvato”. E invece no, la storia si ripete.
Il ricorso al Tar “salva” l’orsa, tra l’esultanza ambientalista e la lucida pacatezza della famiglia del runner
Il ricorso che ha portato al risultato favorevole all’animale - almeno temporaneamente - è stato presentato dalla nota associazione Lav (Lega Anti Vivisezione). Prima di compiere questo passo però i volontari avevano inviato sia sia al ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, la proposta di trasferimento dell'orsa in un rifugio sicuro.
Ora è il Tribunale amministrativo ad aver premiato i loro sforzi, accogliendo le motivazioni formulate dalla stessa Lav, che ha dichiarato tra l’esultanza: "Vittoria! Accolte le motivazioni del nostro ricorso. Battuta d'arresto all'arroganza del Presidente Maurizio Fugatti. Gli orsi e i cittadini trentini hanno diritto a vivere in pace", ha scritto l'associazione animalista sui social.
Paradossalmente, la posizione più misurata è proprio quella della madre di Andrea Papi, Franca Ghirardini, che proprio durante i funerali del figlio ha detto: "L'abbattimento dell'orsa non mi ridarà Andrea. Come madre non posso accettare una morte così orribile, ma voglio chiarire una cosa: la colpa non è di mio figlio e neanche dell'orso. La colpa va ricercata nella cattiva gestione fatta da chi ha amministrato, nel tempo, il progetto Life Ursus, che ormai è sfuggito di mano".