Russiagate, "soldi alla Lega per appoggiare Mosca". La pista veneta in mail
Nella posta hackerata a un fedelissimo di Putin soldi, viaggi e regali per cambiare narrazione sull’invasione della Crimea. Il consigliere leghista: "Falsità"
Lega, una mail hackerata crea nuovi collegamenti tra Veneto e Russia
Una nuova vicenda collega in qualche modo la Lega e la Russia. Quantomeno secondo quanto scrive Repubblica, secondo cui "pezzi della Lega hanno portato avanti per anni" una "opera fluidificatrice, sfruttando anche la credibilità e la solidità delle regioni in cui esercitano la loro azione politica" per "cambiare la narrazione sulla Russia e sull’invasione della Crimea stringendo accordi, organizzando convegni, intrecciando relazioni economiche".
Repubblica cita in particolare "l’attività del consigliere regionale del Veneto Stefano Valdegamberi, tesserato Lega", in riferimento a un’inchiesta giornalistica internazionale, realizzata tra gli altri da IrpiMedia. "Grazie a migliaia di e-mail sotratte dagli hacker ucraini al parlamentare russo Sargis Mirzakhanian, responsabile della “International Agency for Current Policy” negli anni successivi all’invasione della Crimea nel 2014, sono emersi i rapporti e le loro dinamiche", spiega Repubbica, secondo cui "le e-mail conterrebbero le prove di come i lobbisti russi intendessero pagare i politici: ci sono addirittura onorari e budget per piani di viaggio con soggiorni in resort a 5 stelle come il Mriya Resort and Spa, un mega hotel sulle rive del Mar Nero".
Anche se Repubblica specifica che "nel malloppo raccolto non ci sono documenti finanziari o estratti conto bancari in grado di dimostrare che i pagamenti siano stati effettuati". Sempre su Repubblica la reazione del diretto interessato: "«Quante cazzate», sbotta Stefano Valdegamberi, ex assessore regionale del primo mandato di Luca Zaia e ora consigliere regionale. «Si evince chiaramente che le attività promosse erano di natura commerciale. Ma io non ho mai preso un soldo»".