Sampdoria, l’ultimo atto per evitare il crac. Ferrero indagato in Calabria

La procura di Paola (Cosenza) ha notificato la chiusura indagini in una vicenda che riguarda il Viperetta, la figlia Vanessa e il nipote Giorgio

di Eleonora Perego
Cronache

Sampdoria sempre più in crisi. L'estremo gesto del cda per salvarla dal fallimento

Continua ad essere appeso ad un filo il destino societario della Sampdoria, schiacciata da milioni di debiti e calcisticamente condannata alla retrocessione in serie B. Ora, però, qualcosa sembra muoversi, perché il cda della società blucerchiata ha – finalmente- alzato la testa, mettendoci la faccia e scrivendo una lettera accorata ai suoi stessi tifosi. "Cari sampdoriani si legge nel comunicato siamo fortemente amareggiati e dispiaciuti di non essere riusciti a raggiungere tutti insieme l’obiettivo sportivo che ci eravamo prefissati ad inizio campionato.Fermo e ribadito che il Consiglio porrà in essere ogni atto e iniziativa che il Codice della Crisi riserva alla competenza dell’organo amministrativo allo scopo di superare la situazione di difficoltà ... il CdA stesso ha convocato l’assemblea degli azionisti per i giorni 26 e 29 maggio 2023 per deliberare le necessarie operazioni sul capitale sociale. In mancanza di una soluzione compatibile con le prossime scadenze federali, il Consiglio non potrà che prendere atto della impossibilità di dar corso al percorso di ristrutturazione”.

Una presa di posizione estrema, quella dei membri del Cda Marco Lanna, Antonio Romei, Gianni Panconi e Alberto Bosco, in accordo, ovviamente, con il negoziatore avvocato Bissocoli. Che cosa significa in sostanza? Che il 26 o il 29 maggio, se non ci sarà un aumento di capitale (circa 35 milioni), la Sampdoria sarà destinata al "fallimento", alla perdita del titolo sportivo e alla ripartenza dalla serie D.

Affari ha ripercorso i possibili scenari ed esiti della crisi societaria: la speranza è che questa operazione possa essere compiuta da un altro investitore rispetto all’attuale azionista di maggioranza Massimo Ferrero. In presenza di un piano di ristrutturazione del debito e di una proposta di aumento di capitale da presentare al Tribunale, infatti, l'interesse dei creditori della società blucerchiata diventerebbe, in base alla normativa vigente, prioritario per il Tribunale stesso rispetto a quello del socio di maggioranza, cioé Ferrero. E l'aumento di capitale potrebbe essere avallato anche in assenza del voto favorevole dell'azionista maggioritario.

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Un tecnicismo che potrebbe rappresentare la salvezza della Sampdoria, che ha la necessità di pagare gli stipendi dei calciatori di gennaio, febbraio e marzo (15 milioni) entro il 30 maggio per evitare future penalizzazioni e soprattutto di essere in regola con ogni pagamento per iscriversi alla B entro il 20 giugno.

Sampdoria in crisi nera: l'estremo tentativo del club di salvarla dal fallimento. Ferrero incontra Cairo

Anche per questa ragione nei giorni scorsi a Milano il board blucerchiato, con il presidente Lanna, Romei, Panocni e Bosco è stato impegnato in diversi incontri con gli advisors: i membri del consiglio hanno incontrato prima lo studio Legance, per poi vedere PwC. Il principale impegno del CdA secondo Il Secolo XIX rimane la ristrutturazione del debito, con sempre gli stessi soggetti interessati: il socio di minoranza Alessandro Barnaba, il Wrm Group di Raffaele Mincione alla ricerca di un socio, e il fondo Cerberus. Nel frattempo, però, anche Massimo Ferrero si è fatto vedere in pubblico e, colpo di scena, invitato al "Premio Guido Carli" di Gianni Letta a Roma pare abbia parlato a lungo con Urbano Cairo, presidente del Torino.

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Ferrero, nuovi guai per l'ex Sampdoria: coinvolta anche la figlia e 5 dirigenti Unicredit

Proprio il Viperetta, però, ha tra le mani un'altra patata bollente: la procura di Paola (Cosenza), infatti, ha notificato la chiusura indagini in un’altra vicenda - scollegata dalla Sampdoria - che riguarda Massimo Ferrero, amministratore di fatto della società Ellemme Group Srl, e coinvolge anche la figlia Vanessa e il nipote Giorgio, amministratori rispettivamente della Ellemme Group Srl ed Eleven Finance Srl.

La complessa attività investigativa rappresenta un troncone della più ampia inchiesta sul crac che nel 2021 portò all’arresto di Massimo Ferrero e di altre persone per bancarotta fraudolenta: secondo l’accusa, gli indagati avrebbero cagionato “il dissesto della Società Ellemme Spa mediante pagamenti preferenziali effettuati a favore di Unicredit". In particolare, “Massimo, Vanessa e Giorgio Ferrero, dopo aver stipulato il 2 agosto del 2013 a favore della società collegata Eleven Finance Srl un contratto di cessione di crediti e diritti di sfruttamento economico opere per l’importo di 7 milioni e 800mila euro", il 3 settembre avrebbero stipulato "un atto di accollo approvato e al quale aderiva Unicredit Spa".

Così la società Eleven Finance si sarebbe accollata il debito della società Farvem Srl ed Ellemme Group Srl entrambe del Gruppo 'Ferrero' nei confronti di Unicredit per un importo pari a 8 milioni e 640 mila euro e 7 milioni e 800 mila euro. Il debito, Eleven Finance, si sarebbe impegnata a rimborsarlo in 7 anni, con rate semestrali. Tuttavia, per chi indaga, l’operazione avrebbe favorito Unicredit “creditore chirografario, che riceveva in esecuzione dell’atto di accollo, la somma di un milione e 713 mila euro a titolo di rate e interessi”, a danno di altri creditori sociali e in particolare l’Erario.

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