Scontro governo-toghe, la "tripletta" incriminata: "Magistratura ideologica"
L'ex capo dell'Anm Palamara ad Affari: "Esiste una parte della magistratura che si salda in maniera ideologica con chi vuole fare opposizione politica al Cdx"
Scontro governo-toghe, la "tripletta" incriminata. Palamara ad Affari: "La magistratura? Ideologia dell'opposizione"
È scoppiata una nuova guerra. Una guerra tra scranni, che siano di legno - come quelli dei magistrati - o di velluto come quelli del Governo. E che riaccende il dibattito, anzi lo scontro, mai sopito tra politica e una giustizia accusata di essere "a orologeria". Sul tavolo tre episodi eclatanti, con altrettanti nominativi: Daniela Santanchè, Andrea Delmastro e Leonardo Apache La Russa (figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa). Tutti accusati, a diverso titolo, dalle toghe, nell'ambito di una coincidenza temporale che fa inevitabilmente riflettere, come ha sostenuto il direttore di Affaritaliani.it Angelo Maria Perrino nell'intervento di questa mattina a Omnibus, su La7.
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Per approfondire la vicenda proprio Affari ha interpellato Luca Palamara, ex capo dell'Associazione nazionale magistrati e oggi impegnato in politica, oltre che autore del libro "Il sistema. Potere, politica affari: storia segreta della magistratura italiana" (edito da Rizzoli) insieme ad Alessandro Sallusti.
Palamara, con le ultime mosse giudiziarie sembra che la magistratura voglia mandare un segnale al governo per condizionare, se non pilotare, la riforma sulla giustizia. È d'accordo?
In questo caso non partirei dalla magistratura, ma dal corto circuito che in Italia ciclicamente si verifica allorquando tutto ciò che “non è sinistra” va al governo. Tanto per essere più chiari in Italia funziona in questo modo da circa un trentennio. In questa fase nella quale il centro-destra ha preso le redini del comando tale anomalia del rapporto tra politica e magistratura ha finito per accentuarsi. Da qui il disperato tentativo di una parte della informazione, saldata con la parte più politicizzata della magistratura, di strumentalizzare singole vicende del processo penale trasformandole in un casus belli di rilevanza politica. Si tratta di un film già visto e ampiamente raccontato nelle pagine del libro "Il sistema". È illusorio tentare di risolvere questi problemi approcciando in maniera soft il tema delle riforme.
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Non è esagerato dire che la magistratura sta facendo "opposizione politica" come sostiene il Governo?
Esiste storicamente una parte della magistratura che si salda in maniera ideologica con chi vuole fare opposizione politica al governo di centrodestra. In un momento nel quale l'opposizione politica però non riesce particolarmente ad incidere, magicamente si spera che il problema possa essere risolto da questa o da quella informazione di garanzia di questa o quella Procura.
Una storia che si ripete, insomma
Come ho detto in Italia funziona così. Purtroppo le cose si capiscono solo quando ti toccano direttamente. Ecco perdere l’occasione di andare fino in fondo per risolvere questa anomalia del rapporto tra politica e magistratura sarebbe una grave sconfitta considerando che oramai tanti cittadini italiani grazie anche ai racconti fatti nel libro "Il sistema" vogliono capire fino in fondo come funzionano i meccanismi interni ai palazzi del potere. E su questa strada io sono convinto che non possano esserci compromessi.
I casi Delmastro, Santanchè e La Russa paiono essere frutto della "giustizia a orologeria": siamo di fronte a una tripletta giudiziaria legata da un filo comune?
C’è sicuramente un filo comune che lega queste vicende: carte che dovrebbero rimanere riservate e che una manina amica indirizza ad un giornale di riferimento che ha il compito di rassicurare l’opinione pubblica sul fatto che l’operato della magistratura sia stato assolutamente corretto.
Cosa dice dell'imputazione coatta a Delmastro? È "irragionevole" come afferma via Arenula?
Sicuramente nei palazzi di giustizia accade molto di rado quanto accaduto nella vicenda Delmastro. Può essere però visto anche da un altro punto di vista: l’autonomia di giudizio del GIP rispetto alla richiesta di archiviazione della procura. Il che dovrebbe far riflettere sulla importanza della separazione dei ruoli tra il pubblico ministero ed il giudice.