Strage Mestre, il guardrail degli anni '50 con un buco. L'esperto: "Obsoleto"

Le tre ipotesi sull'incidente: guasto meccanico, malore dell'autista o distrazione

Di Redazione Cronache
Strage di Mestre
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Strage Mestre, lo scontro tra il Comune e gli esperti sulla sicurezza stradale in quel tratto. I dettagli inediti

Continuano ad emergere nuovi dettagli sulla strage di Mestre costata la vita a 21 persone e il ferimento di altre 15, di queste almeno otto in condizioni molto gravi. L'attenzione degli inquirenti che indagano sull'incidente del bus elettrico, caduto da dieci metri e subito esploso, si concentrano su tre aspetti chiave: lo stato di salute dell'autista che potrebbe aver avuto un malore, la manovra "strana" e un altro aspetto considerato importante: il guardrail non a norma. Secondo l’ingegnere Alfredo Principio Mortellaro, ex direttore dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle infrastrutture stradali e autostradali e presidente della Commissione ministeriale che ha indagato sul disastro del Morandi, la forma a doppia onda ormai è obsoleta. "Per forma, a doppia onda, - spiega l'esperto al Corriere della Sera - ormai superata, e altezza, non più di 70 centimetri. Considerato il traffico di mezzi pesanti che c’è su quel ponte, la sicurezza non è garantita. Avrebbe dovuto essere sostituito dieci anni fa, perché così veniva richiesto dalla normativa europea e italiana".

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Secondo il Comune di Venezia, proprietario e gestore del ponte, al quale spetta la manutenzione, non è stata invece violata alcuna norma: "Sapevamo che si doveva sostituire ma non c’era alcun obbligo. I lavori sono comunque in corso e riguardano l'intera soletta". Secondo Mortellaro "dalle immagini appare evidente che la barriera, contro ogni regola di installazione, è stata montata accostando piccole porzioni e negando così il principale requisito della continuità strutturale. Così è stata ulteriormente ridotta la capacità di contenimento. Per funzionare dev’essere lunga almeno 50 metri, come prescritto dai crash test. Ma quella di Mestre, in considerazione della tipologia di traffico e della vicina ferrovia, avrebbe dovuto garantire soprattutto il più alto livello di contenimento, in termini tecnici non meno di un H3 o addirittura un H4b, il massimo. Quella installata è utile a proteggere situazioni di traffico di quartiere". Per il Comune "quei buchi nel guardrail si chiamano punti di passaggio tecnico che servono a garantire l’accessibilità al manufatto urbano".

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