Tamara Pisnoli, "una vita di violenza”. Le motivazioni della condan

“Personalità allarmante"

Di Giuseppe Vatinno
Pisnoli Leffi
Cronache

I magistrati hanno descritto la sua personalità come “allarmante, con una vita improntata all’uso della violenza e della minaccia nei rapporti economici e sociali”

 

 

Sono uscite le motivazioni della condanna in primo grado a 7 anni e due mesi per Tamara Pisnoli (39), ex moglie di “Capitan Futuro” al secolo Daniele De Rossi, già leader della Roma ed ora sposata con Stefano Mezzaroma.

Bionda, fisico statuario, è amica di Ilary Blasi, ex moglie di Francesco Totti.

La condanna le era stata inflitta il 24 febbraio scorso dai giudici laria Amarù, Valerio De Gioia e Giovanna Rispoli.

I magistrati hanno descritto la sua personalità come “allarmante, con una vita improntata all’uso della violenza e della minaccia nei rapporti economici e sociali”.

L’accusa è quella di estorsione e rapina aggravata nei confronti di Antonello Ieffi (44), imprenditore ed ex compagno di Manuela Arcuri.

Le stesse motivazioni sono utilizzate per Francesco Camilletti e Francesco Milano, anche loro imputati e condannati a sette anni.

La pena irrorata è abbastanza alta e sconta il fatto che i giudici della quarta sezione penale non hanno concesso le attenuanti generiche nella “massima gradazione”, il che impedisce tecnicamente il taglio di un ulteriore terzo della pena.

I giudici hanno poi ulteriormente argomentato:

«La sua unica preoccupazione è stata quella di non creare attriti con altri esponenti della criminalità locale» facendo poi notare che l’utilizzo della violenza per la Pisnoli “è servito da monito a chi avrebbe osato opporsi».

Tutto inizia nella calda estate del 2013, quindi 10 anni fa.

La Pisnoli entra in affari con Ieffi finanziandolo con 84.000 euro per acquisire una licenza di impianto per la produzione del fotovoltaico.

Tuttavia, con il passare del tempo, la Pinoli cambia le sue considerazioni a riguardo dell’affare e richiede allo Ieffi la restituzione del denaro, anzi chiede di averne di più indietro: 150.000.

Ieffi non ne vuole sapere. Quella richiesta gli sembra vessatoria ed ingiusta.

L’estate del 2013 fu rovente, soprattutto a Roma.

E così in una giornata caldissima, il 17 luglio, lo Ieffi parteciperà ad un incontro a casa della Pisnoli, dove ci sono anche Camilletti e Milano insieme ad altri due uomini.

L’abitazione è in un elegante comprensorio del quartiere Eur – Torrino, posto nel quadrante sud di Roma.

Si tratta di un superattico a due piani, ubicato in via Copenaghen, a fianco di quello dove viveva allora il capitano della Roma e amico di De Rossi, Francesco Totti a via Amsterdam.

Poi Totti si sarebbe trasferito nella mega villa, sempre al Torrino.

La Pisnoli racconta che quel giorno c’era la donna delle pulizie al piano sottostante mentre i sei si trovavano al piano superiore. Quasi subito la situazione precipita. Volano i primi schiaffi, la Pisnoli li chiama “pizze”, verso lo Ieffi.

La donna si siede comodamente e osserva impassibile gli avvenimenti. Secondo le motivazioni sarebbe “rimasta a guardare senza intervenire per interrompere l’azione violenta, o apparire sconvolta o impaurita, ma semplicemente adottando una smorfia di disgusto quando ha visto il sangue colare copiosamente".

Il reato di lesioni personali aggravate è prescritto ma Ieffi porta ancora su di sé i segni del brutale pestaggio. Lo picchiano senza pietà e lui crolla esamine sul pavimento.

Uno degli uomini presenti allora avrebbe poi trasportato l’imprenditore, ma temendo che non ce la facesse lo ha scaricato sulla Portuense, nei pressi della borgata del Trullo, non troppo lontano dal Torrino.

Tuttavia l’imprenditore aveva un telefono nascosto e ha chiamato aiuto, salvandosi.

La Pisnoli ha dato una descrizione dell’aggressione differente ed ha aggiunto:

"I fatti risalgono a ben 10 anni fa, tutto è iniziato con una truffa nei miei confronti e in cui mi riconosco l’unica colpa di frequentazioni sbagliate".

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