Tar del Lazio, le manovre di Tedeschini: "Mi muovo e fotto tutti". Le chat

Il docente e avvocato 75enne è finito al centro dell'inchiesta ed è ora ai domiciliari. Avrebbe favorito la carriera di due colleghi: corruzione

Cronache

Tar del Lazio, le intercettazioni e le trame nei palazzi del potere

Continuano ad emergere nuovi retroscena sul terremoto scoppiato al Tar del Lazio, dove due avvocati amministrativi sono finiti ai domiciliari e un magistrato è stato sospeso per un anno. Il reato ipotizzato dagli inquirenti è quello di corruzione in atti giudiziari, accusa che sarebbe avvalorata da alcune intercettazioni telefoniche. Sapeva dare le carte - si legge su Repubblica - Federico Tedeschini, 75 anni, principe del foro, docente di diritto pubblico in pensione, avvocato amministrativista di grido. Il docente e avvocato è finito adesso ai domiciliari, decisive le intercettazioni telefoniche per svelare le sue trame al Tar del Lazio.

I due "cavalli" - prosegue Repubblica - su cui l’amministrativista aveva puntato le sue fiches erano invece un magistrato del Consiglio di Stato che non riusciva a fare carriera, Silvestro Maria Russo, 65 anni, e una manager pubblica alla costante ricerca di un incarico più prestigioso, Gaia Checcucci, 52 anni. Entrambi sono finiti sotto inchiesta con l’accusa di corruzione e sospesi dai loro incarichi per un anno. La loro colpa? Aver chiesto aiuto a Tedeschini. "Ti confesso, - diceva Tedeschini intercettato - io ho avuto grandi amici e potenti nemici. Siccome sono uno che, bene o male, si sa muovere. Capito? Anche perché quando fai il professore sei un teorico, quando fai l’avvocato e stai in battaglia, li fotti i teorici. Tedeschini sai dove lo metti ma non sai dove lo ritrovi".

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