Trieste, Lilly: "Non si è suicidata, con me era felice". Parla l'amico segreto
Il marito Visintin: "I suoi familiari non mi parlano più e gli amici non mi vogliono più stringere la mano. Un domani mi chiederanno scusa"
Lilly, il marito: "Presto tutti mi chiederanno scusa, ora mi evitano"
La morte di Liliana Resinovich a Trieste resta avvolta nel più profondo mistero. Gli inquirenti non riescono ad escludere nessuna pista, dall'omicidio al suicidio, si cerca di non trascurare nessun dettaglio ma il caso resta un enigma. La Procura ha deciso anche di vietare la cremazione della salma, nonostante l'autopsia, la Tac e l'esame tossicologico effettuati sul corpo di Lilly, ancora il quadro non è completo, ordinati ulteriori esami. Intanto - si legge sul Giornale - il marito e l'amico segreto escono allo scoperto e raccontano le loro verità. "Escludo assolutamente il suicidio. Quando era con me era felice". È convinto della sua tesi Claudio Sterpin, 82 anni, l'uomo che la 63enne frequentava di nascosto al marito.
Ma Visintin, il compagno della vittima, - prosegue il Giornale - continua a dichiararsi innocente. "Ci sono persone che pensavo amiche e non vogliono più stringermi la mano. Un domani mi chiederanno scusa. Anche il fratello di Lilly non mi parla più, - sostiene - sta tenendo un atteggiamento che non capisco, eppure pochi giorni dopo la scomparsa di mia moglie, gli avevo aperto le porte di casa facendogli vedere gli effetti personali della sorella, senza nascondere nulla". I funerali saranno celebrati in forma privata e saranno riservati a un gruppo ristretto di parenti e amici della donna.
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