Turetta a Giulia Cecchettin: "O ci laureiamo insieme o la vita è finita"
Il messaggio di minaccia inviato 9 mesi prima dell'omicidio e ritrovato dagli inquirenti nel cloud della vittima
"O ci laureiamo insieme o è la fine": il messaggio di Turetta a Giulia Cecchettin inviato nel gennaio del 2023
"Mettiti in testa che o ci laureiamo insieme o la vita è finita per entrambi". Un messaggio che suona come una minaccia premonitrice. Infatti, nel febbraio 2023, Filippo Turetta scriveva queste cose all'allora fidanzata Giulia Cecchettin. La stessa che nella notte dell'11 novembre scorso ha ucciso con 75 coltellate e abbandonato in un canalone di Piancavallo, in Friuli Venezia Giulia. Per poi darsi alla fuga e venire catturato diversi giorni dopo il Germania. Turetta, reo confesso e accusato dell'omicidio della giovane, avrebbe ammesso di non accettare la fine della relazione con Giulia e di avere una "pretesa ossessiva" nei suoi confronti. Questo messaggio, ritrovato dagli inquirenti nel cloud della vittima, lo dimostrerebbe.
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È l'ennesima prova raccolta nell'inchiesta a carico del 22enne di Torreglia, in provincia di Padova, a processo per omicidio volontario premeditato con le aggravanti di crudeltà, efferatezza, sequestro di persona, occultamento di cadavere e stalking. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, Turetta non si era rassegnato alla fine della relazione e secondo le testimonianze di amici e familiari di Giulia "agiva come se fosse sicuro di riconquistarla". Invece, l'ha imprigionata per sempre. La giustizia dovrà fare il suo corso per affidare una pena consona al giovane che, nella giornata di ieri, ha reso nota, insieme al suo avvocato, la rinuncia dell'udienza preliminare e della perizia psichiatrica.
I legali della famiglia Cecchettin hanno commentato la decisione di Turetta definendola "una scelta tecnica che percorre un diritto garantito dalla legge. Non ci meraviglieremmo, peraltro, se in fase dibattimentale si percorresse la via della speditezza, con il consenso all'acquisizione di atti di indagine, o parti di esse, nell'ottica di una definizione veloce del processo per un omicidio così efferato", ha detto l'avvocato Stefano Tigani. Il prossimo appuntamento in aula è previsto per settembre, dopo la pausa estiva dei Tribunali.