Un uomo per un milione di euro si mozza tre dita con la smerigliatrice
L'operaio denunciò che l'attrezzo era caduto da uno scaffale ferendolo, ma la dinamica appurata dalle due compagnie ha smascherato la truffa
Un uomo per un milione di euro si mozza tre dita con la smerigliatrice. Le assicurazioni smascherano la tentata truffa
Un uomo nel Veneto ha finto di aver perso tre dita della mano destra in un incidente sul lavoro, ma in realtà le ha amputate, per cercare di incassare due polizze infortuni, con diverse compagnie per un massimale di un milione di euro in caso di invalidità.
La frode assicurativa è costata una condanna a un anno e sei mesi di reclusione a un 39enne. A dare questa notizia è L'Arena, mentre il fatto risale al periodo compreso tra il luglio e il novembre del 2015. In particolare il protagonista aveva stipulato due polizze assicurative e raccontato la dinamica dell'incidente avvenuto mentre si trovava all'interno del suo esercizio.
Precisamente mentre stava per effettuare una manovra, aveva spostato una scala che si era agganciata al filo di una smerigliatrice sistemata su uno scaffale. Il macchinario, secondo l'uomo, nel cadere gli ha mozzato: l'indice, il medio e l'anulare della mano destra, nel tentativo di preservare il viso.
Le compagnie hanno in incaricato gli ispettori di verificare la fondatezza dell'infortunio insospettite da alcuni particolari del racconto. Ad esempio: a partire dall'inclinazione della ferita e dal fatto che se la smerigliatrice si fosse trovata sullo scaffale l'uomo non avrebbe avuto il tempo materiale di evitarla e quindi sarebbe stato colpito in pieno.
Entrambe le agenzie hanno simulato la vicenda ricostruendo la scena dell'incidente. Quindi i periti in azione hanno constatato che tirando il filo della smerigliatrice posizionata sullo scaffale, il primo a cadere era il corpo del macchinario e solo in seguito la parte con la lama. Non solo, l'accensione dell'attrezzo avviene dopo aver spinto in avanti un pulsante, che deve poi essere bloccato e si trova nel punto opposto alla parte tagliente.
L'uomo davanti a questa ulteriore contestazione ha sostenuto che sullo scaffale c'era anche un cacciavite e che quindi fosse stato l'utensile ad attivarla. Gli ispettori a questo punto hanno verificato e provato che sul pavimento non c'erano segni della caduta del macchinario.
Infine l'uomo non ha mai esibito il macchinario e ha affermato: "mi era stato prestato da un operaio". A questo punto, i periti hanno interpellato il proprietario della smerigliatrice, che ha ammesso la proprietà dell'oggetto e sostenendo di aver lavorato per l’imputato, ma di essere un informatico.