Virginia Raffaele porta in tournée la sua infanzia al Luna Park
Sold out per le date marchigiane di "Samusà"
Virginia Raffaele non è soltanto bella, talentuosa e dotata di uno spiccato senso dell’ironia, ma ha anche una storia interessante da raccontare
È infatti figlia di giostrai, nata in un lunapark dove ha trascorso gran parte dell’infanzia e dell’adolescenza, fino a quando questo genere di divertimenti è passato di moda, segnando il declino di un’epoca. È quindi anche per far rivivere un mondo magico e alquanto bizzarro che Virginia ha deciso di portare in tournée il suo spettacolo Samusà, termine che in gergo significa fare silenzio. Sì, perché la lingua dei giostrai è un po’ come la loro vita: diversa dal resto della società, un microcosmo a sé stante in cui si intrecciano fatiche, divertimenti, gioie, litigi, come in una grande famiglia.
Ospite del Teatro La Fenice di Senigallia, Virginia Raffaele ha registrato il tutto esaurito in breve tempo, come d’altra parte anche nelle successive tappe al Teatro dell’Aquila di Fermo. Attrice, cantante, ballerina e performer molto amata dal pubblico, in questo show ha voluto prendere spunto dalla sua esperienza personale, portando in scena momenti intimi, esilaranti, tendine aperte su una realtà che in pochi conoscono: ecco allora il buffo confabulare dei giostrai tra loro, sempre un po’ scontenti e cinici nei confronti della vita; ecco il fatidico momento in cui il papa visitò il LunEur, in parte frutto di fantasia; ed ecco anche il crocevia dei clienti, così vividi e realistici da dare allo spettatore l’impressione di trovarsi davvero lì, dietro le quinte del tiro al Cinzano gestito dai suoi genitori (mentre ricordiamo che erano stati proprio i nonni a fondare il parco giochi).
“Sono nata e cresciuta dentro un lunapark, facevo i compiti, merenda e anche i bisognini sulla nave pirata, cenavo caricando i fucili, il primo bacio l’ho dato dietro il bruco mela. Poi il parco ha chiuso e a me è rimasta una grande nostalgia, tanto che ancora oggi continuo a divertire le persone per mestiere e la notte spesso sogno una casa con specchi deformanti e croccante caldo”.
Per dare vivacità allo spettacolo Virginia intervalla la sua storia personale con alcune delle imitazioni in cui si è cimentata spesso in questi anni: Patty Pravo con la sua E dimmi che non vuoi morire, l’anziana costretta a letto che prende in giro la sua amica Luigina, la bambina disagiata e poi nel finale, come un’esplosione di schizofrenia umoristica, ecco palesarsi tutte insieme Sabrina Ferilli, Belen Rodriguez, Ornella Vanoni, Carla Fracci e Bianca Berlinguer. Nel suo frizzante one woman show – accompagnato da tre acrobati/giocolieri per riempire i cambi d’abito e di scena – ci sono anche sketch che la vedono impersonificare soggetti strampalati, come la cantante lirica che non ricorda le parole ma sfoggia un fantastico vestito dai toni rossi e la ballerina con le movenze alla Michael Jackson. Va detto che la Raffaele non risparmia neppure il sarcasmo, prendendo di mira i no vax, i complottisti e – seppur con goliardia e leggerezza – Giorgia Meloni, nonché certi pregiudizi razzisti degli italiani, non soltanto nei confronti degli extracomunitari, ma anche dei travestiti e dei giostrai stessi, spesso associati ai ladri.
Dunque due ore di genuina simpatia – firmate dal regista Federico Tiezzi – a cui consigliamo di assistere, perché di donne così affascinanti e al contempo autoironiche ne capitano davvero poche. Il pensiero va di tanto in tanto a Monica Vitti e alla sua capacità di essere estremamente eclettica, sebbene le due personalità siano molto differenti; Virginia, in fondo, interpreta solo sé stessa e tanto basta per farsi amare dall’Italia intera.