Alessandro Benetton: "Dopo il crollo del ponte dovevamo subito chiedere scusa"

Il presidente di Edizione holding, Alessandro Benetton, presenta il libro "La traiettoria" e racconta la sua ascesa (e le sue cadute)

Alessandro Benetton - presidente di Edizione holding
Economia
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Alessandro Benetton presenta il suo libro "La traiettoria" 

Alessandro Benetton, presidente di Edizione holding, presenta il libro “La traiettoria”, in uscita il 10 maggio per Mondadori. Una biografia oggetto di una “gestazione un po’ lunga, durata qualche anno...”. Benetton ha cominciato a pensarci in occasione del suo cinquantesimo compleanno, racconta a Sette, il settimanale del Corriere della Sera.

Il manager di Treviso nel suo libro parla “di tante cose, le salite e le discese, le svolte brusche e i momenti felici”, come scrive sul suo profilo Instagram. dI “tutti quei punti che, insieme, vanno a formare la traiettoria della mia vita”. “L’ho fatto per me – prosegue - per mettere dei punti fermi nella mia storia e un po' per i tanti giovani che si sentono ribelli, imperfetti o insicuri, ma che in realtà valgono, valgono tanto, e devono solo darsi il tempo di trovare la loro traiettoria”. Benetton torna anche a parlare dell’evento che ha segnato profondamente la sua famiglia: la caduta del Ponte Morandi a Genova il 14 agosto 2018.

 

 

“Una vicenda che peserà per sempre sulla mia famiglia e non smetterò mai di rinnovare la mia vicinanza alle famiglie delle vittime. Come ho già detto nel video di gennaio, avremmo dovuto subito chiedere scusa, a prescindere dal fatto che Edizione deteneva poco più del 30% di Atlantia nel cui consiglio, composto in maggioranza da amministratori indipendenti, sedeva un solo Benetton. In quelle ore a chi mi chiedeva pareri rispondevo con una sola parola: trasparenza. Straparlare o tacere sarebbe sbagliato in egual misura. Dobbiamo parlare: la parola è un atto volontario di apertura, disponibilità, umiltà”.

Sul padre, Luciano, Alessandro Benetton dice di chiamarlo “signor Luciano” perché “è un visionario” che “negli anni 60 ha rivoluzionato il mercato dell’abbigliamento”. Per un lungo periodo, infatti, “non è stato solo un padre, ma anche ‘il Signor Luciano’, appunto. Così lo sentivo chiamare intorno a me”, e il “signor Luciano ha sempre rappresentato quel lato di mio padre che metteva il lavoro davanti a tutto, a volte anche davanti al suo essere padre”.

 

 

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