Auchan, Leroy Merlin e lo schiaffo a Zelensky di aziende che restano in Russia

Zelensky: "Le aziende devono cessare di finanziare l'assassinio di donne e bambini". Leroy Merlin: "Senza Ikea abbiamo incrementato le vendite"

Economia
Condividi su:

Francia, politica spaccata sul ritiro delle aziende dalla Russia. Zelensky: "Basta sponsorizzare la guerra contro gli ucraini"

Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelenskyy ha invitato le multinazionali francesi a smettere di sostenere indirettamente la guerra contro l'Ucraina lasciando la Russia, in un discorso al parlamento francese che ha diviso la classe politica. Zelenskyy ha detto che "le aziende francesi devono lasciare il mercato russo. Renault, Auchan, Leroy Merlin e altri devono cessare di essere sponsor della macchina da guerra della Russia". E ancora: "Devono smettere di finanziare l'assassinio di donne e bambini, di finanziare lo stupro. Tutti ricorderanno che i valori contano più dei profitti". Ma non tutte le aziende hanno accolto l'invito.

In piena campagna elettorale, inoltre, in vista delle elezioni presidenziali del 10 e del 24 aprile, la questione del ritiro dalla Russia delle aziende francesi spacca la classe politica d'Oltralpe, tra favorevoli e contrari. Un braccio di ferro che vede innanzitutto opposti il candidato ecologista, Yannick Jadot, con le polemiche al vetriolo con il gruppo TotalEnergies invitato a lasciare Mosca, e il rischio di tirarsi "una zappata sui piedi" evocato invece dalla candidata del Rassemblement National, Marine Le Pen.

Da Stellantis a Danone, da Decathlon a Leroy Merlin, le aziende che non lasciano la Russia

Ma se il colosso automobilistico simbolo della Francia, e di cui lo Stato è primo azionista, Renault, ha ceduto annunciando di aver sospeso le sue attività nello stabilimento di Mosca, non tutte le aziende sembrano condividere questo approccio.

A cominciare dall'Associazione famigliare Mulliez (AFM) che controlla marchi molto presenti in Russia - oltre a Auchan e Leroy Merlin, anche Decathlon. Intervistato da La Voix du Nord, il quotidiano della regione del nord della Francia in cui è storicamente impiantata la famiglia Mulliez, Philippe Zimmermann, direttore generale di Adeo (Holding del gruppo Leroy Merlin), ha detto che chiudere verrebbe considerato "come un fallimento premeditato, che darebbe luogo ad espropriazioni" da parte di Mosca. "Sarebbe un regalo dell'azienda e dei suoi assett al regime russo e rafforzerebbe la guerra", ha avvertito.

Così la pensa anche Danone che tramite la sua responsabile per le attività internazionali Véronique Penchienati-Bosetta ha fatto sapereche lasciare la Russia "non convincerebbe Putin a fermare la guerra, ma
sarebbe un regalo ai nuovi proprietari russi, dopo l’inevitabile nazionalizzazione".

Il Telegraph, inoltre, ha pubblicato una lettera di alcuni dirigenti del ramo russo di Leroy Merlin, in cui si legge che l'azienda ha ottenuto un beneficio dalla guerra, ovvero “un significativo incremento delle vendite” dopo il ritiro dal paese di vari concorrenti, tra cui Ikea

Anche Stellantis, che pure ha interrotto esportazioni e importazioni di Jeep, Peugeot e Fiat dalla Russia, continua però a produrre nel paese. Insieme a loro, però, oltre ai colossi farmaceutici Pfizer e Johnson & Johnson, ci sono anche molti altri gruppi, come gli americani Procter & Gamble e PepsiCo, la tedesca Basf e la svizzera Nestlè.


 

LEGGI ANCHE:

Giornate Fai di primavera, l'appello dei lavoratori di settore: "Basta volontari, assumete professionisti"

 

Elena Ferrante, arriva "L'amica geniale 4" e il film su "La figlia oscura"

 

Beni culturali, mentre i professionisti sono disoccupati lavorano i volontari

 

G20 cultura Roma, ministri accolti da lavoratori pagati 4,80€ l'ora