Autovelox come bancomat e tassa di passaggio: così fanno cassa i comuni
La multa per eccesso di velocità in Italia è ormai un "must". In alcuni centri urbani però non compaiono introiti da infrazioni diverse. Il caso
Autovelox, per i piccoli comuni il business delle multe per eccesso di velocità genera introiti d'oro fino a 5 milioni di euro
Autovelox su strade non a rischio, multe salate per le tasche dei cittadini e casse piene per i comuni: una storia tutta italiana che ora trova conferma nelle carte ministeriali. A novembre il decreto Infrastrutture (Dl 121/2021) ha imposto infatti la pubblicazione via web dei rendiconti comunali da proventi di multe. Il testo, “spulciato” dal Sole 24 Ore, racconta dettagli alquanto peculiari.
Primo fra tutti è lo “zero” che si legge negli incassi 2021 da multe diverse da quelle per eccesso di velocità in luoghi come Roseto Capo Spulico in provincia di Cosenza e Melpignano a Lecce. In Puglia il comune ha rivitalizzato le entrate incassando 4,98 milioni, mentre Roseto 728mila euro, le quali si aggiungono agli incassi delle vicine Montegiordano, Rocca Imperiale e Trebisacce.
Qui, secondo i dati del ministero, i vigili non hanno visto nemmeno una cintura slacciata, un guidatore parlare al cellulare, parcheggiare in modo vietato, prendersi una precedenza non dovuta o qualsiasi altra infrazione stradale.
Ma non va meglio nemmeno al nord. A Colle Santa Lucia, nel Bellunese, succede lo stesso. Idem per la provincia di Brescia, che pare non avere altre forme di vigilanza su strada e così risulta non incassare un euro nemmeno da chi è uscito fuori corsia rovinando un guard-rail.
In questo contesto, ha fatto storia il caso fiorentino: da più di dieci anni sui viali cittadini sono installati autovelox che violano le norme in vigore. Sono posizionati in strade che non hanno le caratteristiche di grande scorrimento urbano, cioè senza banchina laterale transitabile e con incroci non semaforati e con parcheggi laterali senza entra/uscita unica. E sono più di dieci anni i malcapitati fanno ricorso al giudice di pace, che nel 90% dà ragione ai ricorrenti.
Ma non è tutto. Lo sguardo si potrebbe allargare anche su altre prassi. Il quotidiano economico si chiede, per esempio, se i mutui, che a Milano vengono ripagati anche con una parte dei cospicui incassi delle multe, siano davvero attinenti alla sicurezza stradale. O andando a incrociare i dati degli incassi con quelli Istat sul numero di morti per incidenti stradali in ciascun Comune.
Ma, rimarca il quotidiano economico, non si può dimenticare che c'è anche chi fa il proprio dovere e cerca davvero di migliorare la sicurezza, magari con risorse scarse. Quello che a tutti gli effetti è forse un piano di riqualificazione (e rimpolpamento) degli organi di vigilanza.