B4 Holding, Calenda ha una quota. Nella controllata (in perdita) pure Benetton

Calenda è dentro il capitale di Sicaf che attraverso Augeo3 detiene il 31% di GWC. L'azienda, che opera nel settore oil & gas, ha chiuso il bilancio in perdita

di Andrea Giacobino
Carlo Calenda Alessandro Benetton
Economia

In Sicaf c'è anche Benetton, la controllata GWC ha presentato la domanda di concordato al tribunale milanese 

C’è anche il senatore Carlo Calenda nel capitale di B4 Holding, la Sicaf (Società d’investimento a capitale fisso) che attraverso la controllata Augeo3 detiene oltre il 31% della milanese GWC Italia, nata nel 2015, holding operativa dell’omonimo specializzato in valvole industriali valvole per i settori oil & gas ed energy, finita in forte crisi tanto da stare predisponendo un piano di concordato preventivo aspettando il quale il tribunale di Milano ha concesso le misure di protezione dai creditori fino al 2 marzo 2024, nominando Giancarlo Muliari quale commissario.

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La quota di Calenda nella Sicaf, acquisita nel 2012, è dello 0,1% perché il socio di controllo col 71,2% è la B4 Investimenti Sgr controllata da Fabrizio Baroni con l’80% mentre il restante 20% è della 21 Invest di Alessandro Benetton fra l’altro presente nel capitale della Sicaf con due veicoli Ricerca e Ricerca 11 riconducibili a lui e al padre Luciano.

Ma torniamo a GWC Italia che qualche settimana fa con i legali Ruggero Gambarota, Paolo Stella e Gabriele Picardo del noto studio Gianni & Origoni ha presentato domanda di concordato al tribunale milanese. Nel ricorso si spiega che l’azienda è controllata dai manager (e partecipata appunto da B4 Holding) ed è presieduta da Antonio Palella e guidata dall’a.d. Alessandro Corrente.

A marzo del 2020 il fatturato aveva raggiunto i 56,7 milioni di euro con un ebitda di 7,3 milioni, ma poi a seguito della pandemia il crollo del prezzo del petrolio è crollato mandando in crisi la società: gli ordini sono diminuiti e in fatturato è sceso a 39,7 milioni a fine 2022. Le banche (Mps in testa) hanno stretto i cordoni della borsa e a fine dello scorso marzo, nonostante la ripresa degli ordini, l’azienda era in perdita per 5,4 milioni.

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Ora si lavora al concordato che a fronte di un passivo di 42 milioni si basa sulla vendita della partecipazione in GWC Usa ma in un consiglio d’amministrazione di poche settimane fa il vicepresidente Baroni ha verbalizzato che “nella sua qualità di amministratore delegato di B4 Investimenti Sgr ha avuto contatti preliminari con alcuni operatori finanziari e industriali in relazione alla valutazione di una possibile operazione di co-investimento nella società, potenzialmente attraverso un altro fondo alternativo gestito dalla stessa Sgr”.

Nell’ottobre del 2019 si erano diffuse voci circa un interesse a GWC Italia da parte di vari fondi di private equity a rilevare il gruppo sulla base di una valorizzazione di 90-120 milioni. Si parlava di Ardian, Aksìa, Andera e di altri due fondi internazionali, di cui uno americano e l’altro nordeuropeo. Poi il tutto si fermò a causa della pandemia. Sarà questa la volta buona?

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