Banche, perché servirebbe un referendum per abolire il salvataggio interno

Al momento in Italia sarebbe interessante organizzare un referendum per abolire il bail in: ecco perché

Economia

Un referendum per abolire il bail in? Ecco di che cosa si tratta 


Un referendum per abolire il bail in? (Il bail-in è stato introdotto in Italia nel 2015 come parte delle direttive europee per la risoluzione delle crisi bancarie. Come parte di questa misura, gli azionisti e i creditori di una banca in difficoltà possono essere chiamati a coprire le perdite della banca prima che possa ricevere aiuti pubblici).

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Alle luce dei fatti accaduti in Italia sarebbe interessante organizzare un referendum per abolire il bail in e al momento, per quanto abbia cercato, non ho riscontro di quanto sia costato alle migliaia di persone coinvolte; gli unici dati che ho travato sono quelli di quanto è costato, tra salvataggi e e ricapitalizzazioni, il tutto per un totale che si aggira fra i 60 ed i 70 miliardi di euro coperto per meno di 1/3 dallo Stato italiano, quindi con i soldi dei contribuenti.

Perché? Dopo avere constatato che in Italia vi è stato un consistente numero di banche sottoposte al bail in, costato molto ai risparmiatori ed ancora irrisolto, ed in prospettiva del prossimo e quasi imminente crash finanziario, ci potrebbero essere ritorni come un boomerang alle banche (e questo non lo pavento solo io, ma i più autorevoli economisti e finanzieri a livello mondiale), la preoccupazione è che queste ultime non siano in grado di affrontare un possibile scenario molto complicato e le motivazioni potrebbero essere la dimensione, oppure gli accantonamenti insufficienti per affrontare in una crisi di mercato pesante.

I segnali ci sono praticamente tutti:
    1.    volatilità dei prezzi degli immobili a livello internazionale, con svariati fallimenti e ristrutturazioni in Cina, in Europa e negli USA;
    2.    rate di mutui e leasing di difficile riscossione;
    3.    forte esposizione con mutui e leasing verso le società ed i fondi immobiliari ergo coinvolgimento delle banche e delle società finanziarie che a loro volta si appoggiano alle banche;
    4.    Diminuzione repentina delle quotazioni dei titoli di stato per essere allineati ai tassi d'interesse; 
    5.    11 Nazioni europee hanno un rapporto deficit/PIL superiore al 60%;
    6.    aziende che non trovano finanziamenti;
    7.    nuovi focolai di guerra, vedi Medio Oriente;
    8.    aumento inaspettato dei prezzi del gas e del petrolio: 

Domanda per l'Italia: il Fondo Nazionale di Risoluzione ha liquidità sufficiente? Che dire del Fondo Monetario Internazionale che aveva previsto nel 2022 un aumento del PIL mondiale dal 3,9 a 4,4%, alla luce degli ultimi eventi sarà rivisto? La fiducia dei risparmiatori verso i mercati avrà ancora una nota positiva? Le Banche Centrali sapranno gestire questo nuovo scenario? Fatti i debiti scongiuri, alcuni amici mi segnalano che per fare un referendum occorre coinvolgere le persone per raccogliere le firme ed i fondi per propagandare il referendum stesso. Ora le soluzioni potrebbero essere due: la prima è di chiedere al Parlamento Europeo di cassare (annullare, abrogare, revocare) la Direttiva BRRD del 2014/19/UE, tra l'altro incostituzionale per quanto riguarda l'Italia, e dato che siamo prossimi al rinnovo del Parlamento Europeo sarebbe una cattiva idea se i Partiti decidessero di metterlo nei loro programmi.

La seconda è di rivolgerci direttamente alle Associazioni dei Consumatori e dei Risparmiatori che hanno ramificazioni in tutta l'Europa. La domanda finale è: perché devono essere sempre i risparmiatori a pagare le malefatte degli amministratori infedeli e truffaldini, stipendiati in modo vergognoso e menefreghisti? Le motivazioni al referendum le ho proposte e messe in bella vista, ora spetterebbe anche a noi risparmiatori, azionisti, obbligazionisti, correntisti fare la nostra parte. Siamo tutti concordi o aspettiamo che come si dice sempre in questi casi: “proprio a me doveva capitare?” Faber est suae fortunae – Ciascuno è artefice della propria sorte (Sallustio) 

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