Benetton, così guadagnavano 25mila € all'ora. E con il governo Conte bis...
Dal 2018, dopo il crollo del Morandi, tutti si sono concentrati sulle responsabilità tecniche, ma in pochi sui guadagni monstre. Ecco le cifre da capogiro
Benetton, i maxi dividendi e la cacciata di Toninelli che ha cambiò tutto
Continua a far discutere il caso Benetton e le conseguenze del crollo del ponte Morandi di Genova, costato la vita a 43 persone e che ha portato ad un allontanamento della famiglia trevigiana, costretta a lasciare la gestione di Autostrade ma con un ricco assegno in tasca.
Dal 2018 - si legge su La Verità - magistrati, giornali e tv hanno raccontato il crollo del ponte Morandi partendo dalle responsabilità tecniche. Ma quasi nessuno si è concentrato sui guadagni che i Benetton hanno ottenuto grazie ad una rete autostradale che produceva dividendi milionari, mentre gli investimenti per la manutenzione diminuivano.
Tutto è venuto allo scoperto grazie ad un'intercettazione dell'ex dirigente Gianni Mion, rivelata da Panorama nel 2021: "Le manutenzioni - dice Mion - le abbiamo fatte in calare, più passava il tempo, meno ne facevamo...così distribuiamo gli utili a Gilberto (Benetton ndr) e tutta la famiglia era contenta".
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Questa operazione - prosegue La Verità - ha prodotto dei super dividendi. Anche nell'anno della strage, il 2018, i Benetton si sono divisi 160 milioni. Una media di 600 mila euro al giorno, 25mila € all'ora, 442 € al minuto e 7 euro al secondo. Senza dover far nulla. Lo scandalo del ponte verrà trattato questa sera dalla trasmissione Report. Affrontando anche il risvolto politico della vicenda. Nel 2019, infatti, quando arriva il momento di annullare la concessione, dentro al governo inizia una sorta di rimpiattino.
L'ex ministro delle Infrastrutture Toninelli svela cosa successe: "A marzo - dice Toninelli - era tutto pronto, nonostante gli ostacoli. Conte ha avuto coraggio, ma non abbastanza". A Report commentano: "Dopo che Toninelli con il nuovo governo non viene confermato, gli accordi cambiano. Con la nuova maggioranza giallorossa il Pd e Iv non vogliono la revoca e anche Conte inizia a parlare di accordo transattivo". Con l'era Draghi si era anche ipotizzato lo stop ai dividendi. Ma nella lettera del 22 marzo scorso i soci hanno chiesto l'aumento dei pedaggi e l'allungamento della concessione. Il segnale che non è cambiato nulla.