Bollette, nuovo decreto in settimana. Stangata per gli italiani senza aiuti
Fine sconti? Gas verso un +58% e elettricità +27%
Nel prossimo Cdm potrebbe arrivare anche il decreto per affrontare l'emergenza siccità
Nuovo decreto bollette, con misure a supporto di famiglie e imprese, in arrivo in settimana. Il 31 marzo scadono le norme finalizzate ad arginare i rincari, dunque i tempi sono stretti e il Consiglio dei ministri dovrebbe tornare a riunirsi tra mercoledì e giovedì.
Nel prossimo Cdm potrebbe arrivare anche il decreto per affrontare l'emergenza siccità. Il provvedimento, ha spiegato nei giorni scorsi il ministro dell'Ambiente e della Transizione energetica Gilberto Pichetto «conterrà quante più semplificazioni e deroghe possibili per accelerare i lavori essenziali a fronteggiare la siccità».
Si prefigurerebbe un “tesoretto” per finanziare la riforma fiscale senza toccare il deficit e perfino garantirne una tenue discesa, seppur in tempi di caro-energia e di alta inflazione. A quanto apprende l'Adnkronos e come scrive il sito de La Stampa, anche se dal governo non trapela ancora nulla sul costo delle misure della nuova delega fiscale, fonti parlamentari iniziano a fare i primi conti ed emergono risorse tutt'altro che esigue per finanziare le misure chiave della delega senza toccare il disavanzo, dal passaggio a tre delle aliquote Irpef, alla revisione dell'Iva o il taglio dell'Irap e la riduzione dell'Ires.
Dei fondi andranno messi comunque da parte per i nuovi round di interventi contro il caro-bolletta e caro-vita in generale, ma resterebbero a ogni modo risorse disponibili che faciliterebbero la "quadra” delle coperture dei decreti attuativi della delega fiscale. Le risorse che, oltre a essere reperite dalla potatura delle tax expenditures per «qualche miliardo» - come si è fatto scappare il viceministro all'Economia Maurizio Leo ad un evento a Milano puntualizzando però di non volere indicare numeri - verrebbero trovate tra i risparmi degli interventi di bandiera dell'allora governo M5S: il Reddito di cittadinanza e il superbonus. Questi risparmi legati alla revisione delle due misure verrebbero indicati già ad aprile nelle stime del Documento di economia e finanza e poi aggiornati a settembre con la Nota di aggiornamento al Def, la griglia previsionale sulla quale costruire la Finanziaria. Lì troveranno sede quindi le risorse per consentire innanzitutto il taglio da quattro a tre delle aliquote Irpef operativo dal 2024.
Bollette, stangata con la fine degli sconti: gas verso un +58% e elettricità +27%
Secondo le elaborazioni di Assoutenti, la fine degli sconti e delle agevolazioni oggi in vigore sul gas peserebbe per 703,53 euro annui a famiglia, portando la bolletta media del gas a quota 1.913,53 euro con un aumento del +58% rispetto a quanto pagato oggi. Per la luce invece la reintroduzione integrale di oneri e Iva peserebbe per 386,37 euro annui a famiglia, portando la bolletta media a 1.820,34 euro annui a nucleo (considerando le tariffe oggi in vigore) con un incremento di spesa del +27%.
Il caro bollette nel 2020 ha portato a un aumento di 91,5miliardi: lo dice l'Ufficio studi della Cgia di Mestre. L'anno scorso le famiglie e le imprese italiane hanno subito un aumento dei costi a causa dei rincari delle bollette di luce e gas stimato in 91,5 miliardi di euro. Se le spese per l'energia elettrica sono aumentate del 109,5 per cento, provocando in termini monetari un extracosto pari a 58,9 miliardi, quelle del metano sono cresciute addirittura del 126,4 per cento, «alleggerendo» il portafoglio degli italiani di 32,6 miliardi.
A livello geografico, è il Nord-Est l'area più interessata dagli aumenti: rispetto al 2021 la stima degli extra-costi per energia elettrica e gas è salita del 118,1 per cento. Seguono il Nord-Ovest con il +116,6 per cento, il Centro con il +113,6 per cento e il Mezzogiorno con il +109,9 per cento. A livello regionale, invece, il rincaro più importante ha interessato l'Emilia Romagna (+119,2 per cento), il Friuli Venezia Giulia (+119 per cento) e il Trentino Alto Adige (+118,3 per cento). In termini assoluti, ovviamente, le più penalizzate sono state le regioni più popolate e maggiormente interessate dalla presenza delle attività economiche, come la Lombardia (+20,8 miliardi), l'Emilia Romagna (+10,2 miliardi) e il Veneto (+10 miliardi di euro).