Bonus casa, la cessione del credito a rischio blocco

Due le contromisure allo studio del governo. Eccole

di Marco Scotti
Economia
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Intesa Sanpaolo e Unicredit hanno detto “stop”

 

C’è un altro tassello che si aggiunge a complicare un momento già molto difficile per il nostro Paese: la cessione dei crediti per i bonus edilizi è in panne. Come anticipato dal Sole 24 Ore mercoledì, Intesa Sanpaolo e Unicredit hanno detto “stop” all’acquisizione di crediti per problemi di capacità fiscale.

E se lo hanno fatto i due maggiori istituti di credito, è facile pensare che a ruota li seguiranno anche gli altri. Il problema è tutto italiano: troppi furbetti, che hanno approfittato del Superbonus al 110% per mettersi in tasca denari in maniera illegittima.

Tutto è cominciato quando il governo, dopo una serie di verifiche, ha scopert che 4,4 miliardi di erogazioni erano state corrisposte a chi non ne aveva diritto o in maniera fraudolenta. Soprattutto, la pietra angolare delle presunte truffe è rappresentato dal rifacimento delle facciate.

Brevissimo riepilogo: con il Superbonus vengono introdotti gli interventi “trainanti”, cioè che sono essi stessi bastanti per ricevere gli sgravi; e quelli “trainati”, che possono essere oggetto di bonus solo se accompagnati da quelli trainanti. La facciata è tra quelli trainati, poiché riguarda aspetti meramente estetici. E qui è scattata la gara alla frode, con molte procedure assolutamente illecite.

A questo punto il governo ha deciso che bisognava aumentare i controlli, rendendo tutta la procedura più complessa. Prima, vietando in toto la cessione multipla dei crediti, poi concedendone al massimo tre. Fatto sta che Intesa e Unicredit, per evitare di rimetterci dopo, hanno deciso di dire basta alle concessioni.

Così il governo deve mettere in campo contromisure in tempi rapidi. Secondo quanto riporta Il Sole, due sono le principali modifiche:  consentire la cessione banca-correntista sempre (e non solo al quarto passaggio) e depotenziare il divieto di cessione frazionata, che scatterà dal 1° maggio, aprendo al trasferimento di singole annualità.

Il presidente dell’Ance, l’associazione dei costruttori, Gabriele Buia, ha dichiarato al Sole che la “situazione è molto preoccupante. Pensavamo che la capacità fiscale delle banche non si sarebbe saturata così rapidamente, ma c’è stato un aumento stratosferico delle pratiche presentate: ora i blocchi che stiamo vedendo in questi giorni rischiano di mettere in difficoltà le aziende che operano sul mercato. Bisogna intervenire”.

Ma c’è chi è già sul piede di guerra. "Partitalia, insieme alla Class Action Nazionale dell’Edilizia e Faci - Federazione Artigiani Commercianti Italiani, è pronta a scendere in piazza per denunciare le folli politiche del governo e chiedere lo sblocco immediato della cessione dei crediti. L’annuncio di Intesa Sanpaolo e Unicredit sullo stop all’acquisto dei crediti fiscali, che segue di qualche settimana l’analoga mossa di Cassa Depositi e Prestiti, dimostra ancora una volta come il governo Draghi stia distruggendo un settore strategico e trainante come quello dell’edilizia, con tutto l’indotto che ne consegue". Ad affermarlo in una nota è Michel Fabrizio, già vice campione del mondo Sbk e dirigente nazionale di Partitalia – Associazione in difesa delle Partite Iva.

Insomma, la situazione rischia di deflagrare, mentre molti cantieri giustamente autorizzati potrebbero bloccarsi, visto che ci eroga i fondi per le aziende edili lo fa al raggiungimento di determinati obiettivi, e non all’inizio dei lavori.

 

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