Cambiamento climatico? Farà crollare il Pil. Bankitalia: "Meno 9,5% nel 2100"

I danni principali saranno sui prezzi delle materie prime nel settore agricolo, le perdite per manifattura e servizi

di Redazione Economia
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Caldo e gas serra uccidono anche la crescita economica. L'allarme di Bankitalia

Il rialzo delle temperature ha un impatto negativo anche sulla crescita economica. Lo afferma Bankitalia in uno studio dal titolo 'Dinamica delle temperature e attività  economica in Italia: un'analisi di lungo periodo', citato oggi anche da Repubblica.

"L’incremento delle temperature può avere effetti negativi diretti sulla produzione nazionale attraverso un'ampia gamma di canali come la contrazione del prodotto agricolo, la riduzione della produttività dei lavoratori e la flessione degli investimenti in settori più esposti alle conseguenze del riscaldamento globale". Nell’ipotesi che la sensibilità del PIL pro capite all’incremento delle temperature si attesti nel futuro sui livelli medi stimati per il Novecento, si sono proiettate in avanti le analisi realizzate per il passato e calcolati i potenziali effetti al 2100 del riscaldamento atteso nei prossimi decenni.

Uno scenario di emissioni con aumenti di temperatura di +1,5°C al 2100 potrebbe frenare la crescita del Pil pro capite riducendone l’incremento annuo in un range tra 0,04 e 0,13 punti percentuali, fino a determinarne a fine secolo un livello tra il 2,8 e il 9,5% inferiore rispetto a quello che prevarrebbe se crescesse al suo trend storico.    

Infine, oltre alle temperature medie, lo studio ha esaminato l’impatto della persistenza di temperature elevate. Si è rilevato come "l’incremento nella frequenza di temperature giornaliere superiori a 28°C abbia influito negativamente sull’attività economica, in particolare negli ultimi 20 anni del Novecento quando tale frequenza si è acuita significativamente, incidendo principalmente sul settore dell’agricoltura ma con effetti negativi registrati anche nell’industria e nei servizi".

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