Caro benzina, occhio alle speculazioni: ecco dove non fare rifornimento

Prezzi alle stelle di benzina e diesel e famiglie italiane sempre più in difficoltà: ecco i marchi nel mirino dell'Antitrust

(foto Lapresse)
Economia

Caro carburanti, prezzi di diesel e benzina alle stelle: è allarme speculazione 

Non s'arresta la corsa dei prezzi di diesel e benzina mentre il tema del caro carburanti continua a tenere banco nel circolo mediatico. Secondo quanto rilevato da Staffetta Quotidiana il prezzo della verde (fai da te) sale oggi verso l'1,83 euro al litro, mentre il gasolio sfiora l'1,88. Non va meglio il servito che viaggia invece intorno agli 1,964 euro al litro per la benzina e i 2,013 euro al litro per il diesel. Anche sul fronte diplomatico la situazione non è rosea: il confronto tra governo e associazioni di categoria, indetto nella giornata di ieri, non ha prodotto i risultati sperati. Le sigle, dopo il  tavolo “deludente” con l'esecutivo, hanno infatti confermato lo sciopero per il 25-26 gennaio.

In tale quadro, così effervescente, è necessario quindi fare attenzione  alla tanta discussa speculazione che si cela dietro l'aumento galoppante dei prezzi di benzina e diesel. Un fronte caldo su cui il governo si è già mosso emettendo un provvedimento tramite decreto che intima ai distributori di esibire, oltre al cartello del prezzo applicato che è libero, anche quello della media nazionale. In tal modo, un utente ha facoltà di scegliere in base al prezzo indicato: se è troppo alto rispetto alla media nazionale, è ovvio che c’è qualcosa che non convince ed è giusto che si abbia libertà di scelta in tal senso.

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Caro carburanti, benzina e disel al top: ecco i marchi sospetti nel mirino dell'Antitrust 

Ma non solo l'azione di governo. Anche la Guardia di Finanzia, l'Antitrust e Agcom si sono mosse per comprendere più da vicine chi sta violando le leggi del mercato libero. In particolare, l'indagine dell’Antitrust balzata alla cronache dei giornali pochi giorni fa, si è basata appunto sulle differenze di prezzo rispetto alle medie nazionali, esposte sui cartelli di alcuni distributori.

In particolare, i brand nel mirino dell'indagine sono stati: Ip, Eni, Esso, Tamoil e Q8. Le indagini, dirette dal Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, sono in realtà ancora in corso. Ma ciò che sembra ormai chiaro è che i distributori non sarebbero sotto osservazione per aver aumentato in modo ingiustificato i prezzi, bensì anche per la mancata trasmissione di quest'ultimi al portale del Ministero dei Trasporti.

 

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