Confindustria, Bonomi in minoranza e verso l'addio. La corsa alla successione

Si apre la partita per il trono di capo degli industriali. L'uscente propone Marenghi ma non è escluso un bis di Marcegaglia. Mosse e contromosse

di Redazione Economia
Emma Marcegaglia
Economia

Confindustria, la sfida tra industriali del Mantovano per la leadership

La partita per la successione di Carlo Bonomi è iniziata. A maggio 2024 si nominerà il nuovo capo degli industriali ma le mosse e contromosse in Confindustria sono già partite. Nonostante il nuovo regolamento lo consenta, Bonomi - si legge sul Fatto Quotidiano - non si ricandiderà e sembra desideroso di approdare alla presidenza della Luiss University, paracadute obbligato per i presidenti uscenti. Ma non dovrebbe tirarsi indietro nella designazione del successore. Ai collaboratori è lui stesso a dire che è molto stanco. Sta quindi per concludersi il suo ultimo anno alla guida degli industriali e l'unico elemento positivo è stato probabilmente il Superbonus, deciso dal governo Conte, che ha permesso un grande rilancio dell'industria delle costruzioni. Ma Bonomi ha dovuto gestire in difesa il Covid, non ha toccato palla sul Pnrr, assiste abbastanza impotente all’evoluzione della delega sul fisco e la temporanea riduzione del cuneo fiscale non rappresenta una linea di politica industriale.

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L’elezione del nuovo presidente - prosegue Il Fatto - avverrà a maggio 2024 ma i giochi si chiuderanno prima. Le manovre per la successione sono già all’opera, ma chi conosce bene i meccanismi del consenso interno assicura di non vedere l’impegno del 2020 quando Bonomi vinse contro Licia Mattioli con 123 voti su 183 e per lui si mobilitavano gli Abete o i Tronchetti Provera. Il nome più accreditato al momento per la successione è quello di Alberto Marenghi, vicepresidente per l’Organizzazione, lo sviluppo e il marketing e amministratore delegato della Cartiera mantovana, piccola azienda da circa 13 milioni di fatturato ma che gode di un vantaggio territoriale. Mantova è terra dei Marcegaglia e Emma, che è stata grande supporter di Bonomi, non dovrebbe far mancare la sua rete di relazioni. Qualcuno addirittura suggerisce che, se le condizioni fossero favorevoli, potrebbe candidarsi di nuovo lei stessa, forte di un gruppo tra i più importanti in Italia. Era già stata alla guida del gruppo dal 2008 al 2012.

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