Contratti e salari, Landini: "Inaccettabili le parole di Bonomi"
"Bonomi parla di riformismo competitivo. Ma le due parole stanno insieme? Le riforme non devono essere competitive, ma giuste e redistributive"
La risposta del segretario generale della Cgil Landini alle parole del numero uno di Confindustria Carlo Bonomi
Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, considera "inaccettabili" le parole del numero uno della Confindustria Bonomi sulla crescita dei salari legati alla contrattazione di secondo livello (recupera qui il discorso integrale). "Su contratti, ha detto nel corso dell'assemblea programmatica dell'Organizzazione, è inaccettabile quello che dice. La maggioranza dei lavoratori è in imprese dove la contrattazione di secondo livello non c'è, rinunciare alla contrattazione nazionale vuol dire programmare la riduzione del potere d'acquisto. Se il riformismo competitivo significa queste cose noi diciamo che non ce n'è bisogno".
"Bonomi parla di riformismo competitivo, ha detto Landini, ma le due parole stanno insieme? le riforme non devono essere competitive, devono essere giuste, redistributive. Competitivo per chi? Oggi il problema non è che manca la competitività, nel mondo del lavoro ce n'è troppa di competitività delle persone. Di Vittorio ci ha insegnato che un compito fondamentale del sindacato è impedire che le persone che per vivere devono lavorare debbano competer tra di loro perchè quando avviene questo siamo di fronte a una guerra tra poveri e a una riduzione dei diritti, non a una crescita generale".
"Se poi di fronte al problema dei contratti nazionali, prosegue Landini, e dell'inflazione che cresce risponde che non va cambiato nulla perchè l'unico luogo dove devono crescere eventualmente i salari è con la produttività, dove si fa la contrattazione aziendale, per noi questa è una cosa non accettabile. Non perchè siamo contro la contrattazione aziendale ma perchè sappiamo perfettamente che in un Paese fatto di piccole imprese dove la maggioranza dei lavoratori è in imprese dove la contrattazione non c'è, se non sono i contratti nazionali che tornano ad avere un'autorità salariale e a porsi il problema dei aumentare il valore reale dei salari questo vuol dire accettare la riduzione dei salari".
"Penso che vada rimessa al centro la lotta alla precarietà. Una rivendicazione importante è come un chiodo, devi batterlo fino a che non èpiantato tutto", ha rimarcato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, concludendo l'assemblea organizzativa del sindacato. "Se assumiamo che la lotta alla precarietà è centrale - ha detto - è evidente che ci deve essere una conseguenza, sia nel rapporto con il governo sia nei luoghi di lavoro. Questo argomento apre una discussione e un potenziale conflitto con tutte le forze politiche che compongono quel Governo perche' ad oggi non c'e' un cambiamento".
La solidarietà vera, ha proseguito "è tra quelli che stanno meglio con quelli che stanno peggio. E se noi non siamo pronti a farlo le nostre parole cambiano di significato. Noi abbiamo cominciato a lavorare con dei diritti. Questi giovani quel diritto li non l'hanno mai avuto. Il mio essere attivo significa cambiare la loro condizione".