Credit Suisse, via libera dell’Antitrust Ue: approvata la fusione con UBS

L'Antitrust Ue dà il benestare incondizionato alla fusione di Credit Suisse e UBS. L'operazione non solleva problemi di concorrenza

di Redazione Economia
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Credit Suisse, via libera dell'Antitrust Ue senza condizioni alla fusione con UBS

La Commissione europea ha dato il via libera incondizionato alla fusione tra Credit Suisse e Ubs. L'esecutivo europeo ha concluso che l'operazione non solleva problemi di concorrenza nello Spazio economico europeo poiché la concentrazione non riduce significativamente la concorrenza nei mercati in cui le loro attività si sovrappongono all'interno dello Spazio economico europeo.

In particolare, l'esecutivo europeo ha rilevato che l'entità risultante dalla fusione "continuerà a subire una notevole pressione concorrenziale da parte di un'ampia gamma di concorrenti in tutti i mercati, tra cui diverse importanti banche globali, nonché fornitori specializzati e forti attori locali".

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Credit Suisse, Il ceo di Allianz: "il governo svizzero si è assunto rischi esterni"

Nell'operazione di salvataggio di Credit Suisse attraverso l'acquisizione da parte di Ubs, il Consiglio federale si è assunto rischi esterni al Paese: ne è convinto Oliver Bäte, presidente della direzione di Allianz, colosso assicurativo tedesco. "I problemi di Cs hanno avuto poco a che fare con l'inversione di tendenza dei tassi d'interesse, sono stati causati probabilmente più da una questione di fiducia degli investitori, che si è progressivamente persa", osserva in un'intervista pubblicata oggi dalla Neue Zürcher Zeitung. "Le garanzie statali sono state necessarie per rendere possibile l'acquisizione da parte di Ubs", riconosce il dirigente. "In ogni caso, non ho invidiato il governo svizzero: come piccolo paese si è dovuto fare i conti con una banca gigantesca - peraltro ora ancora molto più grande - i cui rischi maggiori non erano nemmeno localizzati nella propria nazione".

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La vulnerabilità degli istituti di credito americani provocata dall'aumento dei tassi è stata una sorpresa. "A essere sincero mi ha stupito, perché i regolatori statali volevano rendere le banche più sicure dopo la crisi finanziaria. Non sembra che ci siano riusciti". Ma pure in Europa vi sono problemi seri, in particolare riguardo alla situazione del debito delle nazioni Ue. "La Banca centrale europea continua a reinvestire somme gigantesche in titoli di stato", ricorda il dirigente.

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"Tuttavia, bisogna anche riconoscere che molti paesi hanno compiuto notevoli progressi: in Grecia, ad esempio, il governo ha avviato riforme impressionanti. In Francia e in Germania, invece, il denaro continua a essere versato con la cornucopia. Il problema del debito si sta quindi spostando nel cuore dell'Europa, dove la crescita è più debole rispetto alla periferia. Questo non può continuare, e i politici devono finalmente dirlo alla gente", aggiunge Bäte.

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