Crisi economica mondiale, ecco come uscirne: la ricetta del Fmi

Situazione cupa per l’area euro ma potremmo uscirne. Ecco come. Il FMI declassa le prospettive di crescita economica globale e vede nel Medio Oriente un rischio

di Antonio Amorosi
(foto Ipa)
Economia

I prezzi del petrolio sono aumentati di circa il 4% negli ultimi giorni.  Come invertire la tendenza ed uscirne

L’economia mondiale è crisi? Ecco come invertire la tendenza ed uscirne. Basti leggere le dichiarazioni Pierre-Olivier Gourinchas, capo economista del FMI durante l'incontro annuale dell'organizzazione tenutasi in questi giorni a Marrakech, in Marocco, per capire cosa fare. Strada che però non sembra voler imboccare nessuna delle grandi potenze mondiale, avvitate su se stesse.

Problema numero 1: l’aumento dei tassi di interesse; problema numero 2: l'invasione dell’Ucraina; problema numero 3: la spaccatura geopolitica a livello globale; problema numero 4: la neonata crisi Israele-Hamas che trascina tutto il Medio Oriente e il mercato del petrolio.

La decelerazione dell’economia mondiale, ha spiegato il FMI, arriva in un momento in cui il mondo deve ancora riprendersi completamente dalla devastante ma breve recessione dovuta al Covid-19 nel 2020 e ora grazie alle ricadute del conflitto in Medio Oriente, in particolare con effetti sui prezzi del petrolio, potrebbe ricevere un nuovo contraccolpo. Il FMI ha dichiarato di aspettarsi che la crescita economica globale sia del 2,9% nel 2024. L'aspettativa del FMI di una crescita era del 3% per quest'anno ma era già scesa dal 3,5% del 2022. 

Il primo shock, come detto, è stato procurato la pandemia ma ne siamo usciti dal punto di vista sanitario. La guerra della Russia in Ucraina ha poi aggiunto un nuovo carico di problemi, riducendo negli ultimi 3 anni la produzione economica mondiale di circa 3,7 trilioni di dollari, rispetto alle tendenze pre-COVID. 

Poi arriva l’aumento dell’inflazione e l’aumento dei tassi di interesse che in prima istanza li contrasta. Oggi però potrebbe presentarsi come un problema.

La Federal Reserve e le altre banche centrali di tutto il mondo hanno aumentato in modo aggressivo i tassi per combattere una ripresa dell'inflazione ma l’impatto dei tassi di interesse sempre più elevati ha fatto perdere slancio all’economia.

La guerra tra Russia e Ucraina ha poi spaccato il pianeta in due blocchi, tra chi appoggia i primi e chi i secondi, limitando il commercio e lo sviluppo delle attività produttive tra i due mondi. Uno scenario ulteriormente problematico perché la Russia è un importante fornitore di energia. L’aumento dei costi del greggio e del gas è stato finora anche contenuto dalle strategie economiche dei Paesi ma la variabile inattesa Medio Oriente potrebbe aggravare il quadro.

È “troppo presto”, ha spiegato ancora una volta Gourinchas, “per valutare l'impatto sulla crescita economica globale della guerra secolare tra Israele e il gruppo militante palestinese Hamas a Gaza”. FMI sta però “monitorando attentamente la situazione”, osservando che i prezzi del petrolio sono aumentati di circa il 4% negli ultimi giorni. Tuttavia la situazione potrebbe provocare un'interruzione nella produzione o nel trasporto di petrolio nella regione, visto il coinvolgimento nello scenario dell’Arabia Saudita, aggiungiamo noi. Se per ipotesi avessimo un aumento del 10% dei prezzi del petrolio si avrebbe come effetto una riduzione della crescita economica globale dello 0,15% e un aumento dell'inflazione globale dello 0,4%, con effetti peggiorativi della già critica situazione odierna.

“Ma ancora una volta, sottolineo che è davvero troppo presto per passare a qualsiasi conclusione adesso”, ha spiegato Gourinchas. L'FMI vede l'inflazione globale dei prezzi al consumo scendere dall'8,7% nel 2022 al 6,9% nel 2023 e al 5,8% nel 2024. Anche se gli Stati Uniti, esportatori di energia, non sono stati feriti tanto quanto i Paesi europei. Lo scenario è e resta cupo prioprio nei 20 Paesi che condividono la valuta euro e sono più esposti all'aumento dei prezzi dell'energia. Il FMI ha declassato la crescita della zona euro allo 0,7% quest'anno e all'1,2% nel 2024. Si aspetta in realtà che l'economia tedesca si riduca dello 0,5% quest'anno prima di approdare allo 0,9% di crescita l'anno prossimo.

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