De Luca (Consulenti del Lavoro): "Le nostre priorità: snellire e nuove skills"

Il neo-eletto presidente: "La nostra professionalità per il mondo politico-istituzionale per la realizzazione di buone prassi normative"

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De Luca: "Ecco come voglio gestire il Consiglio Nazionale dell'ordine dei consulenti del Lavoro"


 

"La parola d’ordine per la categoria è e sarà semplificazione". Riconfermato con un voto plebiscitario, il 96% delle preferenze, Rosario De Luca è da ieri a capo del Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro. Con Affaritaliani.it è pronto a spiegare quali siano le speranze e le peculiarità del suo nuovo mandato. 

Presidente De Luca, quali sono gli obiettivi del suo mandato?

Come Consulenti del Lavoro saremo pronti ad affrontare le sfide del domani, dimostrando appieno la nostra vocazione sociale e interpretando con versatilità le continue trasformazioni del mondo occupazionale coerentemente con le esigenze rinnovate di imprese e lavoratori, siano essi dipendenti o autonomi. Il nostro obiettivo sarà sempre quello di offrire la nostra professionalità al mondo politico-istituzionale per la realizzazione di buone prassi normative che abbiano al centro etica, legalità, sicurezza e partecipazione attiva dei lavoratori alla vita aziendale. Elementi centrali per la creazione di un mondo del lavoro equo e inclusivo. Ma non solo. La categoria investirà maggiormente sui nuovi strumenti digitali – al fine di rendere ancora più appetibile la professione per le nuove generazioni – e sulla formazione mirata degli iscritti, all’insegna dell’alta specializzazione e in linea con quanto dettato dalle competenze oggi ricercate dalle aziende. 

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Com’è cambiato il mondo del lavoro nel post-Covid e quali sono le previsioni per il futuro?

La principale eredità lasciataci dalla pandemia, per ciò che riguarda l’assetto lavoristico, sono i nuovi modelli organizzativi della vita aziendale, emblematici della transizione in atto. Modelli che impongono una riflessione su quelle che sono le nuove modalità di relazione tra datori e collaboratori, volte anche ad una maggior conciliazione della vita privata e vita lavorativa, affiancate all’impellente rivoluzione tecnologica che ha scardinato i paradigmi alla base del lavoro e semplificato in gran parte il ciclo produttivo. In questo contesto, per incrementare le competenze professionali e restare al passo con un sistema occupazionale in rotta ormai verso il futuro, è necessario adeguare le proprie capacità alle innovazioni. D’altronde, già vent’anni fa il giuslavorista Marco Biagi suggeriva di adattare le proprie skills a quanto richiesto dal mercato per essere “occupabili”. Un principio che oggi, finalmente, trova concreta attuazione grazie alla riforma delle politiche attive operata dal Decreto Lavoro del 1° maggio. 

Dal punto di vista normativo, quali dispositivi sono necessari e quali le migliorie che si sentirebbe di proporre?

La parola d’ordine per la categoria è e sarà semplificazione. Il dibattito su quale sarà il futuro del lavoro e dei rapporti che lo animano, infatti, segue una direttrice che parte dalla modernizzazione per arrivare allo svecchiamento burocratico. In un mondo sempre più dominato dalla tecnologia, e anche dall’intelligenza artificiale, urge velocizzare i procedimenti amministrativi e puntare sull’utilizzo di procedure informatiche che semplifichino il carico di adempimenti cui devono far fronte i professionisti. Tra questi, ovviamente, i Consulenti del Lavoro. In tal modo, gli studi professionali saranno più agevolati nello svolgimento delle loro attività, le imprese e i lavoratori assistiti in maniera efficiente, mentre la Pubblica Amministrazione potrà erogare i propri servizi con tempistiche e modalità più efficaci.

Qual è il ruolo dei Consulenti del Lavoro e quali interessi possono aiutare a far emergere?

I Consulenti del Lavoro oggi rappresentano un faro, un punto di riferimento certo per la gestione delle dinamiche fiscali e giuslavoristiche. Sono tanti gli ambiti che ormai fanno parte di un patrimonio diffuso all’interno della Categoria: dalle politiche attive all’amministrazione e gestione del personale, passando per la sicurezza sul lavoro. Ma diversi sono ancora i traguardi da raggiungere, obiettivi che non possono prescindere da un’ulteriore crescita professionale. Solo facendo rete tra colleghi, grazie al dialogo e all’ascolto, potremo far crescere le attribuzioni ottenute negli anni, sin dalla legge istitutiva n. 12/1979. E il leit motiv da seguire in questo percorso comprenderà l’aggiornamento e la riqualificazione delle nostre competenze, anche in ottica digitale. Un presupposto fondamentale per governare le nuove forme del lavoro e contribuire, dunque, al progresso materiale e spirituale della società.