Delega fiscale, arrivano mini-scudi. Nessuna sanzione per i ricchi
Pd e M5S: "Governo genuflesso agli evasori"
Scoppia la polemica sugli emendamenti presentati dalla maggioranza in commissione Finanze del Senato al Ddl delega sulla riforma fiscale
Meno sanzioni per chi non è in regola con le tasse (ma collabora) e un regime di rientro agevolato per i paperoni all’estero che riportano i capitali in Italia. Scoppia la polemica sugli emendamenti presentati dalla maggioranza in commissione Finanze del Senato al Ddl delega sulla riforma fiscale. Il provvedimento è atteso in Aula la prossima settimana e a far discutere sono le modifiche introdotte nella seconda parte del testo. Lo spiega il sito del Corriere della Sera.
Il riferimento è all’articolo 15 del Ddl delega e agli emendamenti riformulati dalla maggioranza. Vengono escluse le sanzioni penali tributarie, in particolare quelle connesse al reato di dichiarazione infedele, ai contribuenti aderenti all’adempimento collaborativo, quindi le imprese, che «hanno tenuto comportamenti collaborativi e comunicato preventivamente ed esaurientemente l’esistenza dei relativi rischi fiscali». Il riferimento è al concordato preventivo biennale, un accordo tra il Fisco e il contribuente che comporta il fissare per due anni la base imponibile di modo che l’impresa sappia già quante tasse dovrà versare nel biennio. Si parla poi di «esclusione delle sanzioni amministrative tributarie» e «riduzione di almeno due anni dei termini di decadenza per l’attività di accertamento» per i «contribuenti il cui sistema integrato di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale sia certificato da professionisti qualificati, anche in ordine alla loro conformità ai principi contabili». Una norma apprezzata dai commercialisti.
Viene poi previsto un regime di adempimento collaborativo, con i relativi effetti premiali, anche per chi porta la residenza in Italia e per i paperoni all’estero. In proposito un emendamento prevede «l’introduzione di un regime di adempimento collaborativo per le persone fisiche che trasferiscono la propria residenza in Italia nonché per quelle che la mantengono all’estero ma possiedono, anche per interposta persona o tramite trust» nel territorio dello Stato un reddito complessivo «mediamente pari o superiore a un milione di euro». Nell’emendamento si prevede che si applicano, in quanto compatibili, le misure previste nell’articolo per il regime di adempimento collaborativo, «anche in merito alla semplificazione degli adempimenti e agli effetti ai fini delle sanzioni amministrative e penali».
Immediata la reazione dell’opposizione. «Gli emendamenti della destra approvati oggi in commissione Finanze alla delega fiscale disegnano da un lato l’inizio di un clamoroso attacco all’Agenzia delle entrate e dall’altro un regalo a grandi e piccoli evasori abituali. È una bomba messa sotto al nostro sistema fiscale». Così il capogruppo del Pd in Senato Francesco Boccia. Tra gli emendamenti «c’è una sorta di scudo preventivo per i contribuenti che fanno dichiarazioni infedeli», osserva. «Un provvedimento grave che oltre a mettere a rischio le casse dello Stato fa passare il messaggio che chi paga le tasse è un fesso». Scrive il vicecapogruppo del M5S al Senato, Mario Turco: «Si sta confermando un atteggiamento di totale genuflessione nei confronti degli evasori. Prima il potenziamento dello scudo penale sui reati tributari di omesso versamento nel Dl bollette; poi il riferimento alla depenalizzazione della dichiarazione infedele tra i principi della delega fiscale; adesso una pioggia di emendamenti della maggioranza in Commissione finanze del Senato per provare a piegare i processi penali all’esito di quelli tributari».