Doris, la Finprog fa incetta di Btp. Vola il valore di Banca Mediolanum

La partecipazione nella banca di Massimo Doris vale circa 888 milioni

di Redazione Economia
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Doris, la Finprog fa incetta di Btp. Vola il valore di Banca Mediolanum

«Il Btp rappresenta un veicolo interessante per gli investimenti, pur non coprendo l'inflazione», ha affermato Massimo Doris, a capo della società quotata Banca Mediolanum, poche settimane fa. Questo è quanto riportato da Affari&Finanza. «Se il Btp - ha continuato Doris - offre circa il 4%, ci sono strumenti obbligazionari che hanno rendimenti ben superiori. Iniziare a investire in bond corporate che offrono il 6% o il 7% è più difficile o rischioso. Queste opportunità si ottengono attraverso i fondi o con la consulenza di un professionista. Siamo però contenti che il comparto obbligazionario sia tornato a essere una asset class molto interessante e attraente». 

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Non è passato molto tempo da quando l'amministratore delegato di Banca Mediolanum ha condiviso la sua opinione sull'attrattiva dei titoli di Stato italiani per i risparmiatori. Scopriamo però che il medesimo fascino dei Btp e delle altre obbligazioni pubbliche ha colpito anche il banchiere di Basiglio, figlio del defunto Ennio (scomparso nel novembre del 2021). Finprog Italia, la società controllata da Massimo Doris e sua sorella Annalisa Sara, ha infatti effettuato un notevole acquisto di titoli governativi nazionali nei mesi passati, come riportato nel bilancio chiuso alla fine di giugno. La società, che detiene il 23,1% dei diritti di voto di Banca Mediolanum, possiede un tesoro all'interno di Finprog, con un patrimonio netto di oltre 1,3 miliardi e un attivo di 1,4 miliardi. 

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La partecipazione nella banca di Massimo Doris vale circa 888 milioni, con un valore di 4,5 euro per azione, evidenziando una plusvalenza potenziale di circa 1 miliardo rispetto alle attuali quotazioni. L'azione si negozia intorno a 9,5 euro, registrando un aumento dell'8% nell'ultimo anno, del 18% nel triennio e del 64% nel quinquennio. Il bilancio chiuso a giugno ha visto l'utile diminuire da 125,2 a 87 milioni, a causa della cedola incassata collegata alla partecipazione nella banca, che è scesa da 199 a 74,5 milioni anno su anno. A questa cifra si sono aggiunti 3,4 milioni dal dividendo di Mediobanca, rappresentato dallo 0,53%, di cui i Doris sono soci tramite Gruppo Mediolanum, con un altro 3,43%. Le attività finanziarie non immobilizzate sono aumentate da zero a 26,6 milioni anno su anno. «Si riferisce - spiega la nota integrativa - a titoli di Stato emessi dalla Repubblica Italiana che per loro natura non sono destinati a permanere durevolmente nel patrimonio societario avendo scadenze non superiori ai 12 mesi». Inoltre, «nell'esercizio in corso - si legge nella relazione sulla gestione firmata dall'amministratore unico, Maurizio Carfagna - in seguito al nuovo contesto macroeconomico caratterizzato dall'adozione da parte della Bce di una politica monetaria restrittiva, si è provveduto a effettuare investimenti in titoli di Stato governativi ed emessi da aziende primarie per un valore complessivo di 42,9 milioni». 

Ciò indica che sono stati acquistati anche bond corporate per oltre 16 milioni, come impiego di una piccola parte della liquidità, che rimane consistente a quasi 240 milioni. Su un totale di quasi 1,2 miliardi di immobilizzazioni, oltre la quota in Banca Mediolanum e alcune collegate (quattro aziende agricole), sono investiti quasi 220 milioni in titoli quotati e non, club deal e fondi di private equity. Il Btp ha catturato l'interesse anche della vedova di Doris. Il bilancio della sua società T-Invest, con un patrimonio netto di 146 milioni e un utile di 28,4 milioni, ha evidenziato l'acquisto di titoli di Stato italiani per quasi 16 milioni tra gli asset non immobilizzati. Pochi giorni fa, Lina Tombolato ha esercitato il recesso su 5.950 azioni ordinarie di Finprog Italia, per un valore di 24,2 milioni, pagato con l'assegnazione di una villa a Cortina d'Ampezzo.

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