Energia e Pnrr: pronte 92 assunzioni di super-tecnici per spendere bene

La selezione iniziale è stata affidata alla nota società internazionale Manpower. Tuttavia da allora non si è saputo più nulla

Di Giuseppe Vatinno
Economia

Servono 92 super-esperti per spendere bene i fondi del Pnrr destinati all'energia

Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) ha una dotazione di circa 221,5 miliardi di euro di cui i Fondi UE del Recovery sono 191,5 miliardi di euro e il Fondo europeo complementare nazionale è di 30 miliardi di euro. Questa cifra è a sua volta così ripartita:

Rivoluzione verde e transizione ecologica: 57 miliardi di euro (30%)

Digitalizzazione: 42,5 miliardi di euro (22%)

Istruzione e ricerca: 31,9 miliardi di euro (17%)

Infrastrutture 25,3 miliardi di euro (13%)  

Inclusione e coesione: 19,1 miliardi di euro (10%)

Salute: 15, 6 miliardi di euro (8%)

Come si vede la parte del leone è prevista per l’ambiente, con addirittura il 30% delle risorse. Alla luce di questa suddivisione il precedente ministro Roberto Cingolani a fine giugno di quest’anno indisse una selezione per 92 esperti molto qualificati per supportare concretamente la transizione ecologica. I campi riguardano il management, il settore giuridico – economico, la progettazione tecnica, la comunicazione e l’ITC.

La selezione iniziale è stata affidata alla nota società internazionale Manpower. Tuttavia da allora non si è saputo più nulla, anche perché un mese dopo il governo Draghi si è dimesso. Nel frattempo le tematiche legate all’Energia sono divenute ancor più prioritarie a causa delle bollette stellari che colpiscono famiglie e imprese tanto che il primo viaggio ufficiale della nuova premier Giorgia Meloni è stato ieri proprio a Bruxelles per parlare con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e la Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola proprio dell’Energia, e in particolare del gas. Dunque il tema non è rilevante, ma rilevantissimo.

Giorgia Meloni ha già detto che il PNRR va ritoccato e l’UE si è dimostrata disponibile in tal senso. Poiché come detto ora e per molto tempo la priorità sarà proprio l’Energia sarebbe cosa saggia destinare la maggioranza dei fondi del PNRR proprio su questo tema, visto che già la base programmatica del governo Draghi aveva individuato i settori di intervento. L’Energia è stata sempre tradizionalmente divisa tra Ministero dello Sviluppo Economico e Ministero dell’Ambiente, al di là delle ipostasi dei nomi con cui sono conosciuti. Al primo è arrivato Adolfo Urso di Fratelli d’Italia, persona esperta e pragmatica, mentre al secondo c’è Gilberto Pichetto Fratin di Forza Italia.

Fratin quindi ha ereditato il piano PNRR sulla Transizione Ecologica, che sarà molto probabilmente rimodulato sull’Energia. È necessario accelerare il più possibile quindi la selezione dei manager esperti di cui il ministero di via Cristoforo Colombo ha assoluto bisogno per far partire concretamente il piano.
Il Ministero dell’Ambiente ha una dote economica veramente considerevole e può diventare il perno non solo della gestione ambientale vera e propria ma anche di quella economica della problematica energetica, a patto però che non si ripetano i ritardi di gestioni precedenti che hanno visto scomparire letteralmente nel nulla iniziative analoghe.

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