Europeo/ Non solo calcio, l'Inghilterra è sempre più Little Britain

Rischio nuovo lockdown, ripresa senza slancio, razzismo, Brexit e le divisioni in UK: gli allarmi sul Paese di Commerzbank, Bank of America e Lombard Odier

di Marco Scotti
Boris Johnson
Lapresse
Economia
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Passata l’euforia, spenti (quasi del tutto) i cori del “po-po-po-po”, le paginate dei commentatori che decantano le gesta degli Azzurri, è tempo di riprendere in mano il pallottoliere. Corre l’Italia, e non solo per le sgroppate sulle fasce. Le stime sulla crescita del Pil sono state riviste al rialzo e c’è chi dice che si potrebbe perfino flirtare con un +5%. Il Pnrr, se impostato e correttamente portato a termine, consentirà una tale spinta per la nostra economia che il periodo pandemico verrà visto come un ricordo sbiadito e lontanissimo.

Ma mentre il nostro Paese per una volta è davanti a tutti, e non solo nel calcio, c’è chi esce sconfitto da Wembley e non solo. L’Inghilterra, infatti, rischia di pagare pesantemente dazio per le sue politiche eccessivamente libere in materia di contenimento del Coronavirus.


 

Prima di tutto, la variante Delta è estremamente contagiosa. Le restrizioni alla mobilità da e verso Regno Unito, Spagna e Portogallo potrebbero essere questione di giorni. Creando un problema enorme per il turismo e l’economia di questi Paesi. Non basta: se il 19 luglio Boris Johnson deciderà veramente di eliminare anche le ultime forme prudenziali per arginare la diffusione del virus, c’è chi è convinto che si tratterà più di una mossa propagandistica che non di una genialata.

Ad esempio Commerzbank sostiene che l’incremento dei casi, la riduzione delle restrizioni e la variabile “impazzite” della variante Delta potrebbero portare a un nuovo lockdown con un successivo indebolimento della sterlina.


 

Secondo l’istituto di credito tedesco, “più tardi vengono imposti i blocchi, più duri e lunghi devono essere. E se ciò dovesse accadere, l’ottimismo del mercato” su un eventuale rialzo dei tassi da parte della Bank of England potrebbe essere infranto.

Non basta: a turbare i sonni degli inglesi ci sono altri motivi. Il primo è che la ripresa economica potrebbe aver già superato il suo picco e che il terzo trimestre potrebbe non essere più così brillante. Secondo Bank of America, ad esempio, è “probabile che la produzione economica raggiunga ancora i livelli pre-pandemia entro la fine dell’anno, ma ci sono segnali di grandi parti dell’economia che si stanno già stabilizzando e quindi aumentano i rischi di un persistente divario produttivi”.

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In questa fase, dunque, sarebbe suicida lanciarsi in reazioni eccessive, sperando che l’economia continui a crescere nonostante le varianti. Anche perché tutti concordano: se le restrizioni vengono eliminate con eccessiva facilità, i benefici immediati vengono totalmente cancellati da peggioramenti della congiuntura di medio termine.

Altro problema è rappresentato dalla Brexit stessa. Secondo Banca Lombard Odier, infatti, “l’accordo snello firmato con l'Ue alla fine del 2020 ha comportato per il Regno Unito relazioni significativamente più allentate con il suo principale partner commerciale, iniziando a colpire le esportazioni di servizi. La controversia in corso tra le due parti sul protocollo dell'Irlanda del Nord è un'ulteriore area di attrito".

"Infine, le dinamiche politiche interne, specialmente all'indomani delle elezioni scozzesi del maggio 2021 e della rinnovata spinta per un referendum sull'indipendenza, potrebbero comportare - proseguono gli analisti - ulteriori rischi in futuro. Mentre le prospettive a breve termine saranno indubbiamente dominate dalla netta ripresa post-Covid del Regno Unito, gli operatori di mercato dovrebbero tenere d'occhio anche i rischi non legati alla pandemia”.

Infine, c’è un problema “immateriale” ma non per questo meno serio: gli inglesi stanno antipatici a tutto il mondo. I “cugini” scozzesi, gallesi e irlandesi tifavano per l’Italia; l’Europa tutta ha gli Azzurri nel cuore (ovviamente Ursula von der Leyen, fotografata con la maglia azzura, era supporter di uno dei Paesi fondatori dell'Ue); il elebre regista americano Spike Lee da Cannes aveva apertamente dichiarato di voler una vittoria della banda Mancini. E le scene poco edificanti che hanno preceduto la partita, con i tifosi inglesi che hanno preso d’assalto mezza Londra, non hanno di certo contribuito a un’operazione simpatia.

E che dire del post-partita? Prima i giocatori di Sua Maestà che si tolgono le medaglie dal collo come se fossero dei rifiuti di cui liberarsi. Poi le offese a mezzo social destinate ai giocatori di colore della compagine inglese che avevano sbagliato i rigori. Torna il sospetto di un razzismo strisciante che permea la società, dagli strati più bassi della popolazione fino alle stanze della monarchia, oggetto non a caso di pesanti accuse da parte di Meghan Markle.

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L’Europeo “pilotato” con cinque gare su sei disputate a Wembley poteva rendere l’Inghilterra nuovamente attraente. E invece si sta materializzando, inevitabile, il declino verso Little Britain che gli anti-Brexit avevano pronosticato dopo l’esito infausto del referendum. Spiace? Chi è causa del suo mal...