Economia

Europeo, manna per il brand Italia da un punto di Pil. La Borsa farà +3%

di Ulisse Spinnato Vega

Dopo la vittoria di Mancini, i modelli econometrici parlano di un beneficio aggiuntivo tra lo 0,7% e lo 0,8% già l’anno successivo. Export e turismo trainanti

Roberto Mancini e i suoi ragazzi riportano in alto il valore calcistico del brand Italia. Ma cosa può significare il trionfo di Wembley in termini di impatto su un Prodotto interno lordo che vive una fase di rimbalzo dopo il profondo rosso da -8,9% nel 2020? Le riaperture ormai generalizzate e il clima di fiducia, al netto dei rischi legati alla variante Delta, dovrebbero spingere quest’anno la crescita verso un livello vicino al 5%.

Ma una grande vittoria come quella dell’Europeo di calcio, che quanto a prestigio e risonanza globale si avvicina molto a un Campionato del Mondo, può dare un’ulteriore spinta al sistema Italia, soprattutto su due direttrici fondamentali: l’export (con food, moda, prodotti artistici e design in testa) e il turismo. Ovviamente non è semplice quantificarla sul Pil reale. I modelli econometrici parlano di un beneficio aggiuntivo tra lo 0,7% e lo 0,8% già l’anno successivo.

In un breve studio di pochi anni fa chiamato “Soccer-nomics” la banca olandese Abn Amro calcolò che nelle ultime tredici edizioni dei Mondiali, dal 1970 al 2018, l’economia della nazione trionfatrice era cresciuta, in media, dello 0,77% rispetto all’anno prima. Si tratta però di una “media del pollo” che non tiene conto di situazioni storiche e geopolitiche molto diverse: in alcuni casi i Paesi vincitori sono addirittura andati in negativo, per esempio la Germania Ovest nel 1974 e l’Argentina nel 1978.

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