G7, l'Europa si tinge di verde: stop ai sussidi fossili entro il 2022

I ministri dell'energia, del clima e dell'ambiente, riuniti al G7 di Berlino, tracciano "la strada verso il futuro", dicendo addio ai finanziamenti esteri

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G7, l'Europa annuncia una graduale decarbonizzazione energetica entro il 2035 e lancia l'Hydrogen Action Pact

Addio ai sussidi per i combustibili fossili. I ministri dell'energia, del clima e dell'ambiente, riuniti al G7 di Berlino, confermano ufficialmente il loro impegno a porre fine ai finanziamenti esteri di progetti di combustibili fossili privi di tecnologie di cattura del carbonio entro "la fine del 2022", grazie a una retromarcia del Giappone. 

“Ci impegniamo a porre fine a tutti i nuovi sostegni pubblici internazionali diretti al settore dei combustibili fossili senza cattura di carbonio entro la fine del 2022", hanno dichiarato in una nota congiunta dopo la riunione dei ministri del clima e dell'energia.

Ma non solo. L’intento finale, molto più ambizioso, punta alla completa decarbonizzazione del settore elettrico entro il 2035. Per combattere il riscaldamento globale, in particolare attraverso "l'uscita globale dai combustibili fossili e carbone", “ci impegniamo a raggiungere una maggioranza del settore elettrico privo di emissioni di carbonio entro il 2035 e a sostenere l'accelerazione dell'eliminazione graduale globale del carbone”, si legge nel comunicato congiunto. I partecipanti pianificano quindi, "passi concreti e tempestivi verso l'obiettivo di un'eventuale eliminazione graduale del carbone domestico senza sosta generazione di energia".

G7, i ministri dell’Energia chiedono all’Opec l’aumento dell’offerta

Inoltre, dal palco del G7 i ministri dell'Energia lanciano il loro monito all'Opec, il cartello degli esportatori di petrolio, chiedendo un aumento dell'offerta per contrastare i rincari dei prezzi causati dalla guerra in Ucraina, ma soprattutto dalle sanzioni contro la Russia che gli stessi sette grandi hanno adottato.

"Chiediamo i produttori di petrolio e gas di agire in maniera responsabile e di rispondere all'aumento della tensione sui mercati internazionali, facendo rilevare che l'Opec ha un ruolo chiave da giudicare", si legge sul comunicato diffuso al termine del vertice dei ministri di energia e clima del G7, citato dal Financial Times.

Il G7 giudica una questione urgente che l'Unione Europea riduca la sua dipendenza dal gas naturale della Russia e ha ribadito l'importanza a questo scopo delle forniture di gas naturale liquefatto. Il quotidiano finanziario fa notare che a dispetto delle pressioni del G7 non è chiaro come reagiranno i produttori di greggio.

Ad esempio l'Arabia Saudita, primo produttore globale e dell'Opec, finora ha resistito alle richieste occidentali di aumentare l'offerta per abbassare i prezzi, sostenendo che non vi è penuria di forniture. Peraltro l'erede al trono saudita, il principe Abdulaziz bin Salman ha affermato che punta a accordi che includano Mosca. E intanto i giganti emergenti, come Cina, India o il Brasile hanno evitato di schierarsi contro la Russia al fianco di Usa e Ue. Il G7 include Usa, Canada, Gran Bretagna, Francia, Italia, Germania e Giappone. 

(Segue l'annuncio dell'Hydrogen Action Pact...) 

G7, i big dell’Energia lanciano l'Hydrogen Action Pact

Al centro del dibattito non solo combustili fossili ed energia elettrica, ma anche l'idrogeno. I ministri lanciano infatti l'Hydrogen Action Pact (G7-HAP) per la cooperazione nello sviluppo, nella regolamentazione e nella promozione dell'idrogeno. Lo scopo del Patto è “accelerare lo sviluppo di idrogeno a basse e zero emissioni, accelerare la formazione di quadri regolatori e standard comuni che facilitino la produzione, confermare un forte impegno finanziario, trovare e chiudere i gap nelle catene produttive, scambiare le best practices, sostenere il ruolo dell'idrogeno a basse o zero emissioni per la decarbonizzazione".

(Seguono le parole del ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani...) 

G7, Cingolani: “A Berlino abbiamo fatto passi avanti, siamo molto soddisfatti”

A margine dell’evento, il ministro delle Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ha dichiarato che a “Berlino è stato fatto un passo in avanti rispetto al G20 dell'anno scorso, rispetto all'ultimo G7 e alla Cop 26". “E’ uscito un lavoro di concertazione molto buono e possiamo essere molto soddisfatti”, ha rimarcato Cingolani. Ma “la vera novità di questo G7 è che per la prima volta tutti questi argomenti sono stati affrontati insieme. Le delegazioni hanno fatto un lavoro enorme per riuscire a sintetizzare un documento che tracci la strada per il futuro”, ha chiosato il ministro della Transizione Ecologica.

Immediati anche i commenti da Roma. Per il senatore Andrea Ferrazzi, capogruppo del Pd nella Commissione Ambiente, la decisione del G7 energia e ambiente di porre fine ai finanziamenti delle centrali elettriche a carbone entro il 2022 “è un atto dovuto nei confronti dei nostri figli e del pianeta. Nel nostro Paese l'Enel, leader nella produzione di energia elettrica, ricorda che alcune centrali attualmente a carbone verranno convertire a gas e altre addirittura chiuse per produrre l'energia equivalente con fonti rinnovabili. Questa è la strada da seguire in coerenza con Cop 26, Accordi di Parigi, PNRR, Fit to 55, RepowerEu, cioè con tutti gli impegni internazionali".

Sulla stessa scia anche il ministro dell'Economia e del Clima tedesco Robert Habeck, che a Berlino ha dichiarato: “I Paesi del G7 sono i paesi piu' industrializzati del mondo. Ma anche se ci sforzassimo di fare tutto bene non basterebbe per frenare in modo consistente il surriscaldamento terrestre. Il nostro ruolo è mostrare disponibilità politica". "L'Indonesia è stata tutto il tempo con noi a questo vertice, ha spiegato, e l'Indonesia ha la presidenza del G20. I 20 paesi maggiori del mondo sono responsabili dell'80% delle emissioni globali di Cow2", ha rimarcato il vicecanclliere. Per Habeck è fondamentale che dal G7 arrivino degli impulsi concreti al G20 per la difesa del clima.

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